La rabbia degli israeliani verso Gaza, ‘sono animali umani e agiamo di conseguenza’

Oltre un migliaio gli israeliani uccisi nell’offensiva di Hamas. Trappola per topi: gli abitanti della Striscia sotto le bombe, chiusi su tutti i lati.

di Guodo Keller

La rabbia di israeliani e palestinesi sta consumando ogni desiderio di pace, e ogni speranza diplomatica di fermare le ostilità viene soffocata dai missili e dalle bombe che cadono copiosi su Israele e su Gaza. Le notizie sono drammatiche: sono oltre un migliaio gli israeliani uccisi dalla clamorosa sortita di Hamas di tre giorni fa, che ha incredibilmente sorpreso esercito e servizi segreti. Le testimonianze parlano anche di barbarie commesse dai combattenti di Hamas, e i soldati israeliani hanno riferito a tv I24, come ripreso dall’Ansa, di “bambini con le teste decapitate” a Kfar Azza, di un kibbutz assaltato e di “intere famiglie fucilate nei loro letti”.
Ancora non si ha notizia della coppia italo-israeliana data al momento per dispersa e per cui si è attivata l’Unità di crisi della Farnesina, ma i loro nomi, Lilach Clea Havron e Eviatar Moshe Kisnis, non risulterebbero al momento nell’elenco delle vittime. Il premier Giorgia Meloni ha riferito in occasione della visita alla sinagoga di Roma che “ancora non si hanno notizie”: si trovavano in un kibbutz, il sospetto è che siano stati rapiti.
Due aerei con 200 italiani sono atterrati all’aeroporto di Pratica di Mare.
Dopo il preavviso agli abitanti di Ashkelon, missili lanciati dalla Striscia hanno centrato l’Hotel Regina, mentre Gaza si trova sotto pesanti bombardamenti, almeno una quarantina, che stanno demolendo interi palazzi; anche lì i morti si stanno avvicinando al migliaio. Colpito anche il porto, dove sono state distrutte diverse imbarcazioni per la pesca.
Aerei israeliani hanno reso impraticabile anche oggi il valico di Rafah, che collega la Striscia con l’Egitto, impedendo così ai civili di fuggire dai bombardamenti.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha reso noto che è stato ripreso il controllo su tutti i territori occupati da Hamas al di fuori della Striscia di Gaza, mentre è giunta nei pressi del confine una lunga colonna di carri armati, cosa che fa pensare ad un prossimo attacco via terra.
Lo stesso Netanyahu ha affermato che l’intervento israeliano “cambierà definitivamente lo stato delle cose in Medio Oriente”, mentre il ministro della Difesa Yoav Gallant ha annunciato: “Niente elettricità, niente cibo, niente benzina, niente acqua. Tutto chiuso. Combattiamo degli animali umani e agiamo di conseguenza”.
Se ciò dovesse essere attuato, si innescherà una crisi umanitaria che coinvolgerebbe oltre due milioni di persone e che a sua volta potrebbe portare a un’escalation dalle conseguenze imprevedibili.
Dopo che gli israeliani hanno rinforzato l’area a nord della Striscia di Gaza per scongiurare un eventuale intervento degli Hezbollah palestinesi, dopo aver bombardato il valico di Rafah e gli Usa piazzato la portaerei Gerald R. Ford con il suo gruppo navale nelle acque ante stanti, i due milioni e 200mila abitanti (anche quelli che nulla hanno a che fare con Hamas) si trovano di fatto in una trappola per topi.