La vocazione di mediatore di Mohammed Morsi: presto incontri in Iran, Cina e Stati Uniti

di Enrico Oliari –

Sembra voler coltivare un ruolo di primo piano nello scacchiere della politica internazionale il presidente egiziano Mohammed Morsi: nonostante sia espressione del partito dei Fratelli Musulmani, legato a doppio filo con Hamas, Morsi non si fa problemi ad interloquire con il diavolo e l’acqua santa, forse per continuare ed arricchire il tradizionale ruolo di mediatore che il suo Paese ha avuto specialmente negli ultimi tempi.
L’entrata di elicotteri e tank egiziani nella penisola del Sinai per affrontare i gruppi ribelli che avevano ucciso diverse guardie di frontiera è stata ‘autorizzata’ da Israele dopo un colloquio fra le due nazioni; Morsi ha anche garantito la fornitura di gas ad Israele, nonostante il più occasioni i Fratelli Musulmani avevano dichiarato l’intenzione, una volta raggiunto il potere, di chiudere i rubinetti.
I contatti con l’Iran, interrotti nel 1980, sono iniziati subito dopo l’elezione di Morsi al seggio presidenziale e continueranno con la sua partecipazione al vertice dei paesi non allineati che presto si terrà a Teheran e lunedì il presidente egiziano sarà in volo per Pechino.
E’ stato tuttavia clamoroso l’annuncio fatto oggi alla televisione di Stato della visita ufficiale negli Stati Uniti che si svolgerà in concomitanza con la 67ma riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
A Washington Morsi potrebbe incontrare Barak Obama, progetto, come ha spiegato  il suo portavoce Yasser Ali, ancora in fase di definizione.
La visita è stata preceduta il mese scorso dall’arrivo al Cairo del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, primo esponente del governo statunitense a incontrare il leader dei Fratelli Musulmani eletto presidente a giugno.