Libano. La conferenza dei donatori di Parigi raccoglie 11 miliardi. L’Italia mette 147 milioni

di Francesco Cirillo

Si è conclusa a Parigi la conferenza internazionale dei donatori per salvare il Libano dal tracollo finanziario se non dalla bancarotta, un appuntamento al quale hanno preso parte il premier libanese Saad al-Hariri e i rappresentanti di diversi paesi.
La somma raccolta tra donazioni e prestiti agevolati è di oltre 11 miliardi di dollari, ma rappresenta solo una misura tampone per un programma di una decina d’anni durante i quali saranno necessari investimenti per 22 miliardi di euro.
Il debito pubblico nel Paese dei Cedri è pressoché raddoppiato portandosi a fine 2017 al 150% del Pil, terzo peggiore al mondo dopo Giappone e Grecia, effetto di una molteplicità di cause che spaziano dall’alto tasso di corruzione alla guerra civile interna, dalla gestione del milione di profughi giunto dalla Siria alla frammentazione del paese dovuta alle influenze esterne, in primis di Iran e Arabia Saudita.
Hariri ha presentato un programma basato innanzitutto sugli investimenti infrastrutturali e quindi sull’avvio di riforme strutturali e sulla diversificazione della produzione.
A Parigi il premier libanese è stato più che accontentato, anche perché il suo proposito era quello di portare a casa 6 miliardi di dollari: il prestito agevolato della Banca Mondiale sarà di 1,3 miliardi di dollari in 5 anni, mentre l’Arabia Saudita, che di fatto controlla una parte del paese e che aveva chiuso un precedente fondo per timore che i soldi finissero agli Hezbollah, garantirà 1 miliardo. Qatar e Kuwait procureranno 500 milioni di dollari, mentre la Banca islamica per lo Sviluppo ha messo sul piatto 750 milioni.
La parte degli Usa sarà di 115 milioni di dollari, quella dell’Ue di 183 milioni e quella della Turchia di 200 milioni; poi vi sono i singoli paesi dell’Unione Europea che hanno messo mani al portafogli: l’Italia, che già in Libano partecipa in modo corposo alla missione Unifil, metterà 147 milioni di dollari, l’Olanda 367 milioni, la Gran Bretagna 170 milioni e la Germania con 75 milioni.
La Francia, il cui presidente Emmanuel Macron e il cui ministro degli Esteri Jean Yves Le Drian si sono intrattenuti con Hariri a conferenza terminata, ha destinato alla sua ex colonia 670 milioni di dollari.