LIBIA. Cia, ‘Nostri agenti in consolato Bengasi durante attacco’

Adnkronos/Washington Post, 2 nov 12 – 

Una squadra di agenti della Cia era operativa all’interno del consolato di Bengasi praticamente 25 minuti dopo che l’11 settembre scorso inizio’ l’attacco contro la sede diplomatica americana in Libia. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali, e al termine di una campagna in cui Mitt Romney ha piu’ volte usato i drammatici fatti di Bengasi per attaccare il presidente Obama, da Langley si fa filtrare la propria versione di quella terribile notte di assedio, che si e’ conclusa con la morte dell’ambasciatore Chris Stevens e di altri tre americani. Una versione in cui si difende il ruolo centrale che hanno avuto gli agenti della Cia nelle operazioni di evacuazione dell’edificio assediato, attraverso l’utilizzo dei dati forniti da un drone sulle possibile vie di fuga, l’invio di una squadra di sicurezza a Tripoli per lanciare l’allarme e l’organizzazione di un volo che alla fine ha portato in salvo il personale americano sopravvissuto all’attacco. “Non abbiamo niente da eccepire alle decisioni che furono prese dagli agenti sul terreno”, precisano dalla Cia nella dichiarazione in cui si fornisce una ricostruzione piu’ dettagliata, ed in alcuni casi inedita, tesa anche a smentire le notizie riportate da alcuni media secondo i quali l’agenzia avrebbe tardato nell’inviare aiuto ai diplomatici assediati. Secondo la ricostruzione, la prima richiesta di aiuto arrivo’ alla base della Cia alle 21.40 e in meno di 25 minuti gli agenti si sono diretti al consolato attaccato, cercando di ottenere assistenza dalle forze libiche che pero’ arrivo’ solo molte ore piu’ tardi. Arrivati all’edificio, che era gia’ in fiamme e circondato dal fumo, gli agenti sono entrati e sono riusciti, entro le 23,30, a portare gran parte del personale diplomatico fuori – tranne l’ambasciatore Stevens che in quel momento risultava scomparso – dall’edificio e messi al sicuro all’interno della base che la Cia aveva installato a Bengasi gia’ prima della caduta di Muammar Gheddafi. In un secondo momento gli assalitori hanno anche attaccato la base della Cia, che si trovava a circa un miglio dalla sede diplomatica, sia con colpi di arma da fuoco che poi, verso l’alba, con colpi di mortaio. Due contractors della Cia sono rimasti uccisi, entrambi ex Navy Seal. Ed e’ stato l’arrivo di un’unita’ militare libica, con armamento pesante, che ha reso possibile poi che si portassero in salvo definitivamente i diplomatici sopravvissuti, quando ormai era chiaro che l’ambasciatore Stevens rimasto nella struttura del compound nota come “Villa C” era morto.