LIBIA. Firmato l’accordo di pace, ma assente Tripoli. Leon, ‘la porta rimane aperta’

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imageL’incontro di Skhirat, in Marocco, fra i politici libici “di Tobruk” e i rappresentanti delle principali tribù, mediato dall’inviato dell’Onu Bernardino Leon, ha prodotto una nuova proposta di accordo: il proposito è quello di arrivare a un governo ad interim, che preveda una divisione dei poteri a prescindere dalla componente “di Tripoli”, che non si è presentata all’appuntamento.
La moltitudine di tribù libiche in lotta tra di loro potrebbe quindi conoscere un momento (si spera infinito) di ritorno alla normalità, ma la chiusura del parlamento e del governo “di Tripoli”, islamista e con a capo Khalifa al-Ghweil, non è un elemento da sottovalutare, in quanto è proprio fra il governo riconosciuto dalla comunità internazionale “di Tobruk”, con premier Abdullah al-Thani, e quello della capitale che vi è in corso un pesante conflitto.
A riconoscere il governo islamista “di Tripoli”, vi sono immancabilmente la Turchia e il Qatar.
Leon ha comunque precisato che per Tripoli la porta rimane aperta, ed ha definito l’accordo “un buon punto di partenza per fare uscire la Libia dalla crisi”.
Tra le tribù che si sono dimostrate sensibili alla proposta di pace vi è quella di Misurata, la quale è stata protagonista della presa di Tripoli ormai un anno fa e che aveva costretto alla fuga i parlamentari eletti nel giugno 2014.
Con una nota della Farnesina il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso “soddisfazione per la firma oggi in Marocco da parte dei delegati di Tobruk e Misurata, nonché di rappresentanti di movimenti indipendenti e municipalità, dell’accordo di pace e di riconciliazione in Libia proposto dall’Onu”.
“La firma – ha detto Gentiloni – costituisce un motivo di speranza e ci incoraggia a proseguire nell’impegno negoziale”.
“Tocca adesso a Tripoli – ha aggiunto il ministro – compiere un gesto importante e responsabile, aderendo all’accordo proposto dal Rappresentante Speciale Onu Bernardino Leon, con il pieno sostegno anche dell’Italia”.
“Si tratta di un passo importante verso una soluzione politica e condivisa alla crisi e per ripristinare condizioni di pace e stabilità in Libia”, ha concluso Gentiloni.

Nella foto: il mediatore dell’Onu Bernardino Leon.