LIBIA. Gli amazigh si ritirano, riprendono le forniture di gas e petrolio all’Italia

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libia impianto mellitahFinita in Libia l’occupazione dell’impianto di Mellitah da parte dei berberi amazigh, i quali reclamavano una maggiore considerazione delle minoranze etniche e dei diritti civili da parte dello Stato centrale: il portavoce della compagnia di Stato libica Noc, Mohammed al-Harari, ha infatti reso noto che “Abbiamo iniziato a riavviare le esportazioni di gas all’Italia con piccole quantità, una volta che la pressione sarà più alta i volumi cresceranno
Il quotidiano Libya Herald ha riportato che il Consiglio supremo degli amazigh avrebbe interrotto la protesta in seguito alla strage di Tripoli dello scorso venerdì, quando la milizia Ghargour ha aperto il fuoco sui manifestanti che volevano il suo abbandono della città, uccidendo 44 persone.
Se l’Italia ha bisogno di acquistare gas e petrolio, la Libia ha bisogno di venderlo: lo scorso 6 novembre l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, aveva reso noto ai microfoni di Radio Uno che il gasdotto Greenstream, che serve l’Italia, sarebbe potuto essere chiuso in quanto “preoccupato” per la situazione libica: idrocarburi ce ne sono molti “da tante parti del mondo” e tutta l’Italia sta godendo di clima “particolarmente benevolo”, aveva affermato.
Il terminal di Mellitah, da cui parte il Greenstream, è gestito in joint venture fra Eni e Noc (National Oil Corporation).