LIBIA. Il governo “di Tripoli”, ‘trattare con noi, non bombardare i barconi’

di Enrico Oliari – 

El-Ghirani muhammedIl governo “di Tripoli”, cioè quello islamico-moderato guidato da Omar al-Hassi e non riconosciuto dalla comunità internazionale (in contrapposizione a quello “di Tobruk”, con premier Abdullah al-Thani), si è detto oggi disponibile a cooperare con le autorità europee per fermare il flusso di migranti che parte proprio dalle zone sotto il suo controllo, ma ha fatto sapere che non verrà mai accettata la soluzione di bombardare sulle coste libiche i barconi usati dai trafficanti.
Era stato il ministro dell’Interno italiano Angelino Alfano a parlare due giorni fa di “Affondare i barconi degli scafisti, impedire che partano”, pur ammettendo che “Noi da soli non possiamo farlo ed è in corso un negoziato con Onu e Ue per avere, in un quadro di legalità internazionale, l’autorizzazione a questo intervento”.
Senza il mandato, infatti, l’iniziativa assumerebbe lo status di dichiarazione di guerra, e della cosa se ne parla oggi alla riunione speciale dei Ventotto chiesta dal premier Matteo Renzi.
Intervistato dal Times of Malta, il ministro degli Esteri “di Tripoli” Muhammed El-Ghirani ha fatto notare che non vi sono state consultazioni da parte dell’Ue di nessun genere e che “Abbiamo fatto del nostro meglio per indurre l’Europa a collaborare con noi sull’immigrazione illegale, ma loro continuano a rispondere che non siamo il governo riconosciuto dalla comunità internazionale”. Ha quindi aggiunto che “Ora loro non possono decidere di lanciare queste azioni, devono parlare con noi”. E di certo “Non si può solo decidere di attaccare. Mettiamo che si colpisce un particolare sito, come si fa a non colpire una persona innocente, un pescatore? Hanno dati tanto precisi? Per questo diciamo di collaborare”.
L’unico paese che oggi riconosce il governo “di Tripoli” è la Turchia, mentre sono in corso fin dalla caduta del regime di Gheddafi aspri combattimenti fra le milizie dei due gruppi.
E sono proprio le milizie di Misurata, che controllano Tripoli, a gestire con i tuareg il nodo di Sebha, nel pieno deserto del Fezzan, dove arrivano i flussi africani dei migranti.
Recentemente l’inviato dell’Onu Bernardino Leon, che è riuscito a far sedere attorno ad un tavolo in Marocco i delegati delle due fazioni, si è detto “ottimista” sul fatto che preso si possa arrivare ad una mediazione.
Tripoli potrebbe tuttavia ottenere un maggior peso nelle trattative proprio mettendo sul tavolo una maggiore cooperazione con l’Ue sul tema dei migranti.

Nella foto: il ministro degli Esteri “di Trpoli” Muhammed El-Ghirani.