Libia. Tripoli completamente sotto il controllo dei regolari. Ed ora il problema di Haftar è la liquidità

di Mohamed Ben Abdallah

Dopo la base militare di al-Watiya, importantissima dal punto di vista strategico, le forze del generale Khalifa Haftar, capo dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), sono state sconfitte in modo definitivo a Tripoli e costrette a ripiegare portandosi soprattutto a Tarhuna, 80 chilometri dal centro della capitale.
Lo ha reso noto il presidente del Governo di accordo nazionale, riconosciuto dall’Onu, Fayez al-Serraj nel corso di una conferenza stampa tenutasi ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, un successo militare di grande portata che se stabilizzato trasformerebbe in un clamoroso fallimento l’offensiva di Haftar, partita il 4 aprile dello scorso anno. Le forze di Haftar, composte in modo ponderante da mercenari ciadiani, sudanesi e dai 1200 uomini della compagnia privata russa Wagner, si sono ritirate anche dall’aeroporto della città (da non confondersi con quello di Mitiga), come pure hanno abbandonato il controllo dei quartieri di Qasr bin Ghashir e Fam Molga, le ultime roccaforti attorno a Tripoli.
A determinare la risposta dei regolari è stato l’intervento dei militari turchi, mentre l’obiettivo di Haftar, aiutato con armi e soldi soprattutto dagli Emirati Arabi Uniti, dall’Egitto e dall’Arabia Saudita, era quello di mettere le mani sulla Banca centrale libica per pagare i molti debiti contratti con i suoi sostenitori.
Nei giorni scorsi a Malta sono stati sequestrati 1,45 miliardi di dinari libici falsi stampati a Mosca e diretti ad Haftar, probabilmente destinati a pagare i mercenari ciadiani e sudanesi, quasi tutti giovanissimi portati in Libia con la falsa promessa di operare per una compagnia di sicurezza degli Emirati.
Con tutta probabilità è proprio la mancanza di liquidità il vero problema di Haftar, ed anche i 14 caccia russi provenienti dalla Siria e dislocati alla base di al-Jufra, 6 MiG-29 e 8 Su-24 prontamente riverniciati ed individuati dai satelliti Usa, non si sono alzati in volo per rispondere alla controffensiva ed hanno volato una sola volta colpendo nei giorni scorsi nei pressi al-Gharyan.