Libia. Haftar cerca il sostegno politico di Roma. Malta sequestra soldi falsi per Haftar

L’Africom disloca una brigata in Tunisia, ufficialmente per ‘attività di sostegno amministrativo e di formazione’. Townsend, ‘la Russia continua a soffiare sul fuoco del conflitto libico’.

di Mohamed Ben Abdallah

Nonostante gli ormai 9 anni di guerra e il necessario supporto armato della Turchia per fermare l’avanzata del “rais” Khalifa Haftar, la posizione dell’Italia resta, almeno ufficialmente, quella del “percorso guidato dall’Onu nell’alveo del processo di Berlino”, ovvero “nel rifiuto dell’opzione militare e nel sostegno ad una soluzione politica quale unica via sostenibile” per il conflitto libico.
E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte al presidente del Governo di accordo nazionale Fayez al-Serraj nel corso di una telefonata, ma è lecito pensare che il numero uno “di Tripoli” si sia sentito con il collega italiano per cercare un supporto politico in Unione Europea. D’altro canto non è un mistero che la Francia abbia appoggiato sotto banco Haftar, come neppure che il processo di Berlino sia uno dei tanti fallimenti della diplomazia internazionale nel contesto della crisi libica.
Le forze regolari e i gruppi alleati supportati dai militari turchi stanno respingendo giorno dopo giorno l’offensiva di Haftar e del suo Lna, l’autoproclamato esercito nazionale libico a cui partecipano in realtà migliaia di mercenari sudanesi, ciadiani e di ogni dove e soprattutto l’impegno economico di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita: dopo l’importante conquista della base strategica di al-Watiya, da dove partivano gli aerei e i droni di Haftar per bombardare la capitale, tornano uno dopo l’altro sotto il controllo del governo riconosciuto dalla comunità internazionale i villaggi e le città.
Lo scopo di Hatar era innanzitutto quello di mettere le mani sulla Banca centrale libica, un obiettivo trasformatosi in un fallimento che forse ha a che fare con il sequestro, avvenuto oggi, di 1,45 miliardi di dinari da parte della polizia maltese. Si tratta di banconote stampate in Russia dalla Goznak per conto di una società, definita nel comunicato di Malta come “illegittima”, che risponderebbe direttamente al generale Haftar. Congratulazioni per il sequestro sono arrivate dal Dipartimento di Stato Usa.
Che la Russia sostenga Haftar più per soldi che per motivi geopolitici è ormai palese, tanto che in Libia vi sono un migliaio di mercenari della compagnia privata Wagner; va tuttavia segnalato che Mosca ha preso le distanze dalle accuse di Africom della presenza di aerei russi in Libia.
Africom, il centro di comando delle forze militari Usa in Africa, si è detta certa del contrario denunciando in base alle immagini satellitari di “diversi Mig-29 e Su-24, almeno 14, giunti nella base libica di al-Jufra a più riprese dalla Siria. All’arrivo avevano le insegne della Federazione Russa, ma una volta atterrati sono stati riverniciati”.
Vista la presenza russa in Libia, tra l’altro in palese contraddizione delle risoluzioni Onu, Africom ha deciso di dislocare in Tunisia una brigata di militari ufficialmente inquadrati come “piccola unità per l’addestramento e l’assistenza alla sicurezza delle forze tunisine”, “un sostegno amministrativo alle forze militari”.
I militari sono stato destinati lì dopo un colloquio del generale Stephen Townsend con il ministro della Difesa tunisino Imed Hazgui, ed il comandante americano ha affermato che “mentre la Russia continua a soffiare sul fuoco del conflitto libico, la sicurezza regionale del Nordafrica è un problema crescente”. Pertanto vi sarà “la ripresa delle attività congiunte con la Tunisia, comprese le operazioni di addestramento rinviate a causa dell’emergenza sanitaria”.