L’incompatibilità tra Ue e Mare nostrum

di Giovanni Caprara

extracomunitariL’obiettivo dell’Operazione Mare Nostrum è quello di intervenire a supporto degli esuli, avvicinandosi il più possibile ai porti dei Paesi nord africani dai quali salpano i barconi fatiscenti che li traghettano in Europa.
La speranza era che tale Operazione fungesse come deterrente nei confronti di coloro che organizzano questo illecito traffico di esseri umani, intercettandoli ancor prima che abbandonassero al loro destino i passeggeri e cogliendoli, dunque, in piena flagranza di reato. Punibile, in base a quanto prescrive la giurisprudenza, con la detenzione da 5 a 15 anni.
Tale deterrenza si è trasmutata in illusoria, in quanto Mare Nostrum è stata interpretata come un aiuto per raggiungere le coste italiane dai trafficanti, i quali sperano poi nella riduzione della pena comminata.
Il destino dei migranti non è vincolato da chi presta loro aiuto e basandosi su quanto recita il Diritto di Navigazione Internazionale, la valutazione di dove scortarli dovrebbe essere presa in base alla zona in cui è avvenuto il contatto. Dunque, la nazione soccorritrice non è subordinata alla concessione di asilo ai migranti a cui è stato prestato aiuto; ma nel corso degli anni, alcuni Membri non hanno assolto al dettame internazionale.
I costi di Mare Nostrum incidono principalmente sull’economia italiana, già in rischio di deflazione, e sono ben più gravosi degli esborsi stanziati per i normali pattugliamenti che precedevano la missione umanitaria. Le spese si possono desumere dai costi giornalieri dei mezzi impiegati: le fregate costano 60.000 euro, la unità di supporto, come la San Marco, ne valgono 45.000, mentre quello dei pattugliatori pare essere di poco inferiore ai 15.000. A questo si assommano i valori degli aeromobili: gli elicotteri AB-212 ed i droni si aggirano sui 4.000 euro ad ora di volo, mentre tra gli EH-101 ed il Breguet Atlantic si parte da 7.000 fino ai 13.000. Aggiungendo le indennità del personale e la manutenzione necessaria per l’uso straordinario dei mezzi, la spesa finale dovrebbe attestarsi tra gli 8 ed i 10 milioni di euro al mese.
Stime recentemente confermate dal Governo, che ha fissato ufficialmente il costo di Mare Nostrum a 100 milioni di euro l’anno.
La missione è stata inquadrata nell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione Europea, semplicemente nota come Frontex. Di questa organizzazione, fa parte EUROSUR, il sistema di sorveglianza pan-europeo delle frontiere terrestri e marittime. Uno strumento attraverso il quale gli Stati Membri possono scambiarsi in tempo reale informazioni e raccolte dati, in modo da poter meglio analizzare le strategie di intervento.
In base alle dichiarazioni del Commissario Europeo per gli Affari Interni, tutte le operazioni europee, Frontex compreso, si svolgeranno in ambito EUROSUR, ed ogni Stato coinvolto dovrà rendere operativo un centro nazionale di controllo per questo nuovo sistema di sorveglianza. Ad EUROSUR è stato affiancato un servizio di segnalazioni agevolato dai satelliti e droni. Tale apparato di sicurezza costa 35 milioni di euro all’anno, ma parte di questi saranno assorbiti da quelli erogati per Frontex. La configurazione di quest’ultima, con un modesto bilancio, senza guardie di frontiera, unità di superficie e velivoli, non le consente di intervenire in autonomia, pertanto, per un’operazione di lungo periodo devono essere coinvolti tutti gli stati membri.
Il portavoce della Commissione Europea, ha precisato che “l’Italia ha avuto aiuti senza precedenti, con circa 500 milioni di euro di aiuti nel periodo 2007-2013, e sarà il più grande beneficiario nel periodo 2014-2020, con 315 milioni di euro, cifra inferiore dovuta al generale taglio del bilancio Ue, chiesto dagli stati membri”.
Il temine dell’Operazione Mare Nostrum, era fissato per ottobre, ma ora con lo stato dei fatti palesato dall’Ue, dovrà essere rivisto, naturalmente con metodologie ed investimenti diversi.
La missione al momento sembra palesare un duplice effetto: la validità degli uomini e dei mezzi italiani schierati sul campo, ed una flessione della Comunità Europea in materia di cooperazione sia a livello politico che militare.