di Silvia Boltuc * –
Il 21 novembre 2023 si sono svolte a Roma le celebrazioni per la 53° giornata nazionale del Sultanato dell’Oman. L’evento, organizzato dall’ambasciata del Sultanato dell’Oman in Italia, si è aperto con il discorso dell’ambasciatore Nazar Bin Asjulanda Majid sl-Said. Le parole del diplomatico sono state ampiamente dedicate alla Palestina ed alla crisi mediorientale che vede contrapposte Israele ed Hamas in seguito agli eventi del 7 ottobre 2023.
Bin Asjulanda Majid al-Said ha definito l’intervento militare israeliano, iniziato con i bombardamenti della Striscia di Gaza, una ‘brutale aggressione’, in accordo anche con le parole del primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu che ha definito l’operazione ‘la nostra vendetta’.
L’ambasciatore ha ricordato che da anni l’Oman svolge un ruolo di mediatore regionale per la pace e che il Sultanato sta dedicando tutte le sue energie per la pacificazione e la stabilizzazione della regione.
Il rappresentante omanita ha altresì stressato, in fronte ad una platea che vedeva la presenza delle alte cariche delle ambasciate dei 22 stati della Lega Araba, come sia un imperativo morale imprescindibile stare al fianco della popolazione civile palestinese e l’impossibilità di rimanere impassibili davanti alla sofferenza ed alle atrocità sofferte dai civili innocenti. Nel dare i numeri di questa tragedia umanitaria, oltre 14,000 morti palestinesi fra cui 5,840 bambini e 3,920 donne, ed innumerevoli feriti, orfani e sfollati, l’ambasciatoreƒ ha chiamato i governi occidentali che stanno appoggiando il devastante intervento israeliano su Gaza a stabilire un cessate il fuoco immediato e più ancora, ad aprire corridoi per il passaggio di cibo, acqua e medicine per i civili intrappolati nella Striscia di Gaza.
L’ambasciatore dell’Oman ha sottolineato come storicamente il ricorso alla guerra ed al militarismo si è dimostrata una strategia inconsistente per la risoluzione del lungo conflitto israelo-palestinese. Seppur in questo caso non è la Palestina ad essere ufficialmente in guerra con Israele ma il movimento di resistenza islamico di Hamas, le incursioni su Gaza ed in Cisgiordania mostrano una rappresaglia collettiva sulla popolazione araba palestinese. Bin Asjulanda Majid Al-Said ha reiterato quella che è la posizione richiesta dalla Lega Araba e dall’Oman, ovvero un immediato cessate il fuoco ed il ritorno dei confini del ‘67 in accordo con le risoluzioni internazionali ed il riconoscimento di uno stato palestinese.
Secondo il sito del Comitato per la Protezione dei Giornalisti un’altra tragedia si sta consumando a Gaza, ed è quella dei giornalisti. I dati in continuo aggiornamento riportano 53 giornalisti la cui morte è stata confermata, di cui 46 palestinesi, 4 israeliani e 3 libanesi. 11 giornalisti feriti, 3 giornalisti dispersi e 18 arrestati. Il dato allarmante, che ha visto le petizioni di diverse associazioni giornalistiche europee, è il divieto israeliano di concedere l’accesso a Gaza ai giornalisti internazionali e quindi l’impossibilità di riportare la tragedia in corso nella Striscia.
Nonostante l’evento si sia aperto con questa triste pagina della storia del Medio Oriente, l’ambasciatore dell’Oman ha ricordato con orgoglio i rapporti che legano il Sultanato all’Italia. Nel 2022 l’Italia si è confermata, infatti, il secondo partner europeo per l’Oman, dopo la Germania. In particolare, l’Italia è il 22° fornitore e il 18° cliente dell’Oman a livello globale.
La crescente rilevanza data dall’Oman ai mercati asiatici stanno posizionando il paese al centro di importanti interscambi sul piano regionale ed internazionale.
Situato nel sud della penisola arabica, Mascate ha elaborato una strategia per stabilire relazioni equilibrate con attori regionali e internazionali, migliorare le condizioni di vita sociale, attrarre investimenti diretti esteri (IDE) e promuovere la propria identità storica e le proprie tradizioni.
Osservando la mappa del Medio Oriente, l’Oman si posiziona al centro dei mercati dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC). Grazie alle sue infrastrutture portuali e alle Zone Economiche Franche (FEZ), il Sultanato potrebbe diventare un hub logistico al crocevia dei commerci che dal Sud-Est asiatico raggiungono l’Africa e l’Occidente.
Le coste dell’Oman, infatti, forniscono accesso alle acque internazionali attraverso il Mar Arabico e lo strategico Stretto di Hormuz (attraverso il quale passa un terzo del commercio mondiale di petrolio) senza essere soggette alla sua instabilità. Inoltre, grazie alla sua posizione strategica, il Governo dell’Oman ha firmato accordi con Pechino per entrare a far parte della Belt and Road Initiative cinese e, in virtù del collegamento marittimo fra il Paese e l’Iran, i porti del Sultanato potrebbero congiungersi con la rete internazionale del Corridoio di Trasporto Internazionale Nord-Sud (INSTC) e raggiungere i mercati russi o centroasiatici.
In conclusione, Roma potrebbe sfruttare le innumerevoli potenzialità di questo paese le cui infrastrutture si stanno sviluppando rapidamente ed il cui ruolo geostrategico potrebbe servire gli interessi italiani. Inoltre, l’incredibile varietà naturalistica dei paesaggi omaniti e le affascinanti tradizioni del paese costituiscono il connubio perfetto per attrarre l’attenzione del turismo occidentale in questa ricca terra dal fascino esotico.
* Direttrice di SpecialEurasia.