Madagascar. Votato l’impeachment contro il presidente

di Valentino De Bernardis –

rajaonarimanpianinaIl vento dell’instabilità politica torna a bussare alle porte di Antananarivo. Nella tarda serata di martedì 26 maggio il parlamento ha votato con un’ampia maggioranza la procedura di impeachment nei confronti del presidente della repubblica Hery Rajaonarimanpianina. A votare l’ordine del giorno sono stati 121 deputati su 151 (presenti in aula 125), ben oltre la maggioranza di due terzi richiesta dall’articolo 131 della carta fondamentale malgascia, a dimostrare un totale scollamento che difficilmente potrà essere sanato nel breve periodo.
Accusato di aver attentato alla costituzione, i capi di imputazione più gravi imputati a Rajaonarimanpianina riguardano il non aver rispettato la separazione tra il potere esecutivo e quello legislativo, mancato rispetto dei termini per la promulgazione delle leggi, aver ostacolato la formazione di una commissione elettorale indipendente, e aver attentato alla laicità dello Stato attraverso discorsi tenuti all’interno di Chiese. Quest’ultimo tema particolarmente delicato in Madagascar, dopo che nel 2009 l’ex presidente Marc Ravalomanana ricevette le medesime accuse di usare gli enti religiosi per la ricerca di consenso.
I rapporti tra il presidente della repubblica e il parlamento hanno iniziato a deteriorarsi dallo scorso gennaio, con l’estromissione del primo ministro Roger Kolo e la decisione di affidare il nuovo governo a Jean Ravelonarivo, spingendo qualche gruppo parlamentare ad osservare come Rajaonarimanpianina stesse agendo al di fuori delle prerogative assegnate dalla costituzione. Un cambio di governo motivato dalla necessità di rilanciare con maggiore forza l’azione dell’esecutivo, e terminato con il cambio di solo 8 ministri, con i restanti 22 riconfermati o spostati ad altri dicasteri.
Gli occhi dei protagonisti della politica malgascia sono ora rivolti all’Alta Corte Costituzionale (HCC), che obtorto collo si trova coinvolta nel delicato scontro istituzionale dovendo pronunciarsi sulla validità del voto di impeachment. Per assicurare sull’impegno è l’imparzialità del proprio giudizio, il presidente della HCC, Jean Eric Rakotoarisoa, il 5 giugno si è trovato costretto a ribadire la totale serenità dell’organo da lui guidato.
A livello internazionale, l’evolversi degli eventi della Grande Isola sono seguiti con particolare interesse dal Dipartimento di Stato statunitense, che attraverso il portavoce John Kirby non nasconde la propria preoccupazione e invita le parti a trovare una soluzione pacifica e condivisa dalle parti per poter proseguire il percorso democratico intrapreso con le elezioni del 2013.
Nel frattempo, ad ulteriore testimonianza di quanto sia teso lo scontro istituzionale, Rajaonarimampiaina ha cancellato una visita ufficiale in Giappone di una settimana. Sebbene si tratti del secondo viaggio all’estero annullato dal presidente della repubblica dall’inizio della crisi politica, in precedenza si era trattato di un viaggio in Francia per la cerimonia di consegna di un nuovo aereo per la compagnia Air Madagascar, questa volta il cambio di programma presidenziale ha un maggiore significato dato l’enorme importanza delle relazioni bilaterali tra Tokyo e Antananarivo.
In conclusione, a due settimane dal voto di sfiducia, il Madagascar si trova sospeso in un limbo istituzionale dagli esiti imprevedibili. Qualora l’HCC dovesse dichiarare non ricevibile la mozione di decadenza, Rajaonarimampianina potrebbe forzare la mano e rifarsi all’articolo 60 della costituzione, che conferisce al presidente il potere di scioglimento del parlamento. Di contro, nel caso in cui l’HCC dovesse avvallare il voto parlamentare i partiti politici sarebbero pronti a richiedere nuove elezioni presidenziali, in anticipo sulla scadenza naturale del mandato. In entrambi i casi, quello che è certo è il totale caos che ne potrebbe conseguire.

@debernardisv

Nella foto: il presidente della repubblica Hery Rajaonarimanpianina.