MALI. Capo esercito, ‘senza intervento Francia difficile mantenere posizioni’

Adnkronos/Aki, 22 gen 13 –

“Avevamo sottovalutato il nemico, che aveva piu’ mezzi e piu’ equipaggiamenti. Senza l’intervento dei partner francesi, sarebbe stato difficile mantenere le nostre posizioni”. E’ quanto ha dichiarato il generale Ibrahima Dahirou Dembele’, capo di stato maggiore maliano, a proposito delle operazioni militari cui ha dato il via la Francia l’11 gennaio nel centro-nord del Paese per liberare la regione dai gruppi estremisti islamici che la occupano dallo scorso aprile e fermarne l’avanzata verso sud. Dopo 11 giorni di combattimenti, il bilancio e’ di tre localita’ riconquistate, ossia Konna, Diabaly e Douentza, ma le grandi citta’ del nord, quali Timbuctu, Gao e Kidal, restano ancora nelle mani dei jihadisti. Come ha spiegato il generale Dahirou in un’intervista alla radio francese ‘Rfi’, quel che ha fatto la differenza dopo l’arrivo dei francesi e’ stato “l’appoggio degli elicotteri da combattimento e gli attacchi in profondita’ per mezzo di aerei d’assalto”. Il prossimo obiettivo sara’ quindi “la liberazione totale delle regioni del nord del Mali. Se gli appoggi saranno adeguati – ha precisato – non servira’ piu’ di un mese per riprendere Gao e Timbuctu”. In particolare il Mali attende il sostegno del Niger: “Le forze che si trovano la’, ossia quelle nigerine e ciadiane, possono arrivare a Gao in meno di un mese”, ha detto.
Quanto al rischio che il Mali precipiti in una guerra civile, alla luce delle storiche tensioni tra la maggioranza bambara di pelle nera e la popolazione tuareg bianca del nord, che un anno fa ha scatenato l’ennesima ribellione spianando la strada all’occupazione del nord da parte delle sigle salafite, il generale ha sottolineato che “l’esercito maliano ha preso disposizioni per formare i suoi soldati. Di conseguenza – ha aggiunto – qualunque soldato che commetta vessazioni contro la popolazione civile sara’ immediatamente portato a Bamako tramite il tribunale militare, che lo giudichera’ e lo mettera’ a disposizione della giustizia civile”. Stando ad alcuni rapporti, migliaia di tuareg sono in fuga dal nord verso la frontiera algerina per paura di ritorsioni da parte dei soldati maliani, mentre secondo il sito di notizie ‘Toumast press’, vicino alla causa indipendentista tuareg, cinque civili, tra cui un marabutto, sono stati giustiziati da elementi delle forze regolari in un villaggio nella regione di Segou, mentre a Mopti decine di cadaveri di ‘ribelli’ sono stati gettati in un pozzo da soldati in uniforme. A questo proposito Dahirou ha detto a ‘Rfi’ di “non poter confermare” queste notizie. “Oggi chiunque si puo’ procurare divise militari ed e’ per questo che temiamo che elementi incontrollati possano creare problemi all’esercito maliano”. Per il generale “non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Non tutti quelli che hanno la pelle bianca sono terroristi o jihadisti e tra le fila del nemico vi sono molti elementi di pelle nera”.