Malta. Our Ocean 2017. Un oceano per la vita

di Vanessa Tomassini –

Oltre 3 miliardi di persone dipendono direttamente dai nostri mari per il loro sostentamento, ma in realtà tutti noi dipendiamo dall’oceano: per la nostra acqua, il nostro cibo, il nostro clima e la nostra aria. Mari e oceani arricchiscono la nostra identità, assicurano il nostro benessere e sostengono gran parte dell’economia mondiale. Tuttavia l’incuria dell’uomo, la corsa all’industrializzazione e il conseguente aumento dell’inquinamento ha causato seri danni alla fauna marittima, sconvolgendone gli ecosistemi. La degradazione costiera e il riscaldamento globale possono mettere a repentaglio i nostri mari e i nostri oceani. Per questo motivo sono nate nel 2014 le conferenze sull’Oceano, riunendo i leader mondiali per trovare delle risposte a questa sfida. I politici attraverso il finanziamento di attività di ricerca, incentivando l’innovazione e l’imprenditoria hanno fatto e possono fare ancora tanto. L’edizione 2017 “Il nostro Oceano, un Oceano per la Vita” si conclude oggi a Malta.
Giovedì 5 ottobre, in serata, si è tenuta una conferenza stampa congiunta dell’alto rappresentante e vicepresidente Federica Mogherini con Karmenu Vella, commissario responsabile per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca dell’Unione Europea. Mogherini ha affermato che a Malta si sono riuniti “90 delegazioni, 5 capi di Stato e di governo, 17 ministri degli affari esteri, 25 altri ministri, 8 capi di organizzazioni internazionali e molti rappresentanti della comunità imprenditoriale, delle organizzazioni della società civile e dei cittadini di questo mondo che si preoccupano per i nostri oceani. Perché sappiamo bene che questo è un bene comune globale e tutti ci sentiamo e abbiamo la responsabilità per preservare ciò che è comune, perché sappiamo che è il tesoro più grande che abbiamo. Ma se non ce ne prendiamo cura, può diventare una minaccia”. L’alto rappresentante Ue ha avvertito che “entro il 2050 gli oceani potrebbero contenere più plastiche di pesce”. “E il 2050 è dietro l’angolo. Non è così lontano – ha aggiunto – e già oggi, vediamo i diversi aspetti dei rischi che correremo, se non ci occupiamo dei nostri oceani”. La vicepresidente Mogherini ha fatto riferimento agli effetti del cambiamento climatico, in particolare agli uragani, che recentemente hanno sconvolto l’America e l’Europa. Un altro dato allarmante, sottolineato dalla Mogherini è il livello del mare che ha costretto “già milioni di persone a lasciare le loro case e migrare”.
Il commissario per l’Ambiente, Karmenu Vella, ha confermato il suo impegno assunto nel 2014, dicendo: “quando sono entrato in carica di commissario europeo nel 2014, sono stato il primo a congiungere insieme l’ambiente e i portafogli marittimi. Questo è stato grazie al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il presidente Juncker ha capito che se vogliamo avere un futuro verde sostenibile, dobbiamo occuparci del nostro pianeta azzurro”. Ha poi aggiunto: “Negli ultimi tre anni, l’Unione europea è stata una forza trainante di questo sforzo veramente globale. Insieme, abbiamo gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, con obiettivo numero 14 sulla “vita sotto l’acqua”. Oggi abbiamo l’innovativo accordo sul clima di Parigi che riconosce il ruolo essenziale dell’oceano. Abbiamo impegni dell’UE in materia di governance sull’oceano, sulla pesca illegale e sull’Artico”.
Mogherini, infine, ha parlato di 36 nuovi progetti, soffermandosi in particolare su due. “Uno è un progetto di € 4 milioni per il programma di monitoraggio satellitare Copernicus nel 2017 per sostenere le agenzie e gli Stati membri dell’UE nel monitorare l’inquinamento petrolifero e la pesca commerciale su larga scala nell’Atlantico nord-occidentale, nel Mediterraneo, nel Mar Baltico, nel Mare del Nord, nell’oceano Pacifico e le Isole Canarie”. Ha spiegato. “L’altro che vorrei ricordare è legato alla sicurezza marittima e alla lotta contro la pirateria lungo la costa dell’Africa sudorientale nell’Oceano Indiano: 37,5 milioni di euro che sostengono iniziative di sostentamento alternative sulle aree costiere della Somalia”. Ha concluso, spiegando così i nuovi obiettivi. Uno sforzo collettivo è necessario per proteggere e utilizzare il nostro oceano in modo sostenibile, affinché il nostro pianeta continui ad essere in salute il più a lungo possibile.