Marò. Caduta l’accusa di pirateria l’India prova col terrorismo: opposizione della difesa, nuovo rinvio

di Enrico Oliari –

marò bonino grandeNon saranno processati per pirateria i due marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver sparato il 15 febbraio 2012 dalla petroliera Enrica Lexie, sulla quale erano di scorta, uccidendo due pescatori dell’imbarcazione St. Anthony scambiati per pirati: la decisione è stata assunta dal governo del paese, dopo essere stato investito della questione dal giudice della Corte suprema Balbir Singh Chauhan.
Di per sé la cosa ha dell’incredibile: sarebbe come se la Corte costituzionale italiana, non trovando una risposta su una determinata questione, decidesse di rinviare la decisione al governo e quindi alla politica, stabilendo così una gerarchia di poteri, in contrasto con il principio di indipendenza nei giudizi.
Questo a parte, si tratta comunque di un importante risultato portato a casa dalla difesa dei due fucilieri di Marina, l’avvocato Mukul Rohatgi, in quanto il “Sua Act”, ovvero la legge sulla pirateria, avrebbe comportato la pena di morte.
E qui hanno giocato bene le pressioni internazionali per le quali si è adoperata strenuamente l’ormai ex ministro degli Esteri Emma Bonino, con un’Unione europea disposta addirittura a rivedere i trattati e le relazioni commerciali con l’India nel momento in cui avesse insistito nel far passare come pirati e terroristi due militari di scorta ad una nave mercantile nel quadro di una missione sovranazionale.
Lo scorso 10 febbraio il capo della diplomazia europea, Chaterine Ashton, oltre a dirsi “preoccupata” per le lungaggini con cui si stanno svolgendo le indagini e ad auspicare una soluzione “rapida e diretta” della vicenda, aveva affermato che “Siamo impegnati molto attivamente con l’Italia sul terreno, e un sacco di lavoro è stato fatto, anche dietro le quinte, per delle buone ragioni. Quello che mi preoccupa di più è il fatto che la legislazione che sembra si voglia usare finora suggerirebbe un’accusa di terrorismo: questo avrebbe delle enormi implicazioni per l’Italia e per tutti gli altri Stati membri impegnati nelle attività antipirateria”. Ashton aveva continuato spiegando che “ho sollevato questo punto, ho detto ai colleghi di essere molto preoccupati perché questo cambia la natura delle cose”.
Il procuratore generale Goolam Essaji Vahanvati ha comunque ottenuto che sia la Nia, l’Agenzia anti-terrorismo, a formulare i capi d’accusa, anche perché incaricata fino ad oggi delle indagini, ma l’avvocato dei marò ha presentato opposizione in quanto è “impossibile” attribuire la giurisdizione a una polizia antiterrorismo fuori dal quadro della legge antipirateria.
Il giudice Chauhan ha quindi dato tempo una settimana alla difesa per esporre il suo punto di vista, ed un’ulteriore settimana all’accusa per la replica alle eccezioni sollevate dalla difesa.