Marò: il dossier dell’anonimo indica le responsabilità (presunte) dei vertici della Marina. Italiana

di Guido Keller

latorre girone grandeLe ultime due sulla telenovela (per non dire dramma) dei marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre riguardano lo slittamento dell’udienza sulla permanenza in Italia di Latorre e il caso dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi.
E’ stata la Farnesina a comunicare la richiesta – accolta – della Corte suprema indiana di spostare l’udienza che si sarebbe dovuta tenere oggi a Nuova Delhi sul prolungamento della permanenza in Italia di Massimiliano Girone, colpito da un attacco ischemico il 31 agosto 2014 e da allora in convalescenza in Italia, con permessi di volta in volta accordati.
L’udienza è ora fissata per il 26 aprile, ma va tenuto presente che l’attuale permesso scade il 30 aprile.
Il caso dei due marò è ora al Tribunale del mare di Amburgo per l’arbitrato, dove una volta per tutte dovrà essere stabilito chi dovrà processare i due militari italiani, cioè se l’Italia o l’India: Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono accusati di omicidio in quanto il 15 febbraio 2012 avrebbero, stando alle accuse, sparato dalla petroliera Enrica Lexie uccidendo due pescatori dell’imbarcazione St. Anthony, scambiati per pirati: si trattava del conduttore Valentine Gelastine e del pescatore Ajesh Binki, morti mentre gli altri nove membri dell’equipaggio dormivano.
Ma chi ha dato ordine quel giorno alla petroliera italiana di far rientro al porto indiano per consegnare i due marò alle autorità indiane?
Qui entra in ballo il caso dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, al centro della bufera per presunti giri di tangenti sul progetto di ristrutturazione della flotta navale ma anche per aver persino usato elicotteri per far giungere prostitute ai festini sulle navi. Tutto da provare, si intende, ma i pm non sono disposti a mollare e continuano a svitare il coperchio del vaso di Pandora.
Il dossier anonimo spedito ai pm di Potenza e di Roma descrive De Giorgi come un dittatore, spregiudicato fino a far “ripulire le carte che avrebbero danneggiato l’ammiraglio Binelli Mantelli nell’inchiesta sulle responsabilità che portarono alla consegna alle autorità indiane dei marò Latorre e Girone”.
Gli incartamenti al vaglio degli inquirenti indicano che Binelli Mantelli avrebbe “preso con leggerezza” la decisione di assecondare la richiesta delle autorità indiane di far entrare l’Enrica Lexie nel porto di Kochi, “delegando la cosa all’ammiraglio Marzano, fidato collaboratore”. E a De Giorgi, che per dieci giorni aveva sostituito Binelli Mantelli al comando della Squadra Navale “è stato affidato il compito di gestire tutta una serie di conseguenze negative che si stavano verificando man mano che la posizione dei marò in India andava aggravandosi”. Inoltre – continua il dossier – “la relazione scritta da Cincnav a giustificazione del proprio operato è stata manipolata opportunamente, ritoccando ore, posizioni, direttive, ordini dati, per
discolparsi delle gravi colpe ad esso attribuibili. Esiste anche una versione originale allo Stato maggiore della Difesa e/o al Gabinetto del ministro ben secretata, da cui emergono chiaramente le responsabilità”.
Secondo l’anonimo, certamente un ufficiale di Marina, vi era inoltre malcontento da parte dell’Esercito e dell’Aeronautica per i miliardi destinati all’ammodernamento della flotta navale, una situazione che aveva portato Luigi Binelli Mantelli, ex capo di Stato maggiore della Difesa, a suggerire a De Giorgi di non andare oltre. Un quadro che la Marina bolla come “fatti contenuti nel dossier inesistenti”.
De Giorgi avrebbe inoltre provveduto a far trasferire un suo collega, Roberto Camerini, da Augusta a La Spezia. Proprio ad Augusta era destinato il sito di stoccaggio del petrolio di Gianluca Gemelli, ex compagno dell’ex ministro Federica Guidi.