Mercenari

di C. Alessandro Mauceri

Negli ultimi giorni si è parlato molto del gruppo Wagner, già prima delle lamentele rivolte al governo russo per il mancato invio di supporti mentre operava in Ucraina. Poi per le presunte minacce, culminate con una, quasi, marcia su Mosca.
Quello che nessuno ha detto è che il ricorso a eserciti pagati per combattere è una prassi molto antica, che negli ultimi secoli si è evoluta e diffusa in modo inimmaginabile in tutto il mondo. Al punto da costringere le Nazioni Unite a istituire nel 1987 la figura del Relatore Speciale sull’uso dei mercenari. Nel 2005 il ricorso sempre maggiore a questi gruppi armati a pagamento ha quasi costretto la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite a istituire una commissione per valutare l’uso di questo mezzo per violare i diritti umani e impedire l’esercizio dei diritti dei popoli all’autodeterminazione (risoluzione 2005/2 ). Il gruppo di lavoro è composto da cinque esperti indipendenti, con una rappresentanza geografica equilibrata: ciascuno proviene da un continente diverso. L’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che non si tratta di un problema che riguarda la Russia o l’Ucraina o gli USA o il Regno Unito, ma di un problema globale.
L’attuale gruppo di lavoro ha ricevuto il proprio mandato triennale nel 2022 (risoluzione 51/13 ). Il compito è monitorare le tendenze attuali ed emergenti riguardanti l’uso di mercenari e le attività legate ai mercenari che hanno un impatto sui diritti umani, incluso il diritto dei popoli all’autodeterminazione. Oltre alle missioni individuali, i membri del gruppo devono incontrarsi tre volte l’anno, in sessioni della durata di cinque giorni.
Compito istituzionale del gruppo, si diceva, analizzare a fondo il fenomeno, ma anche sviluppare e presentare proposte riguardanti standard volti a colmare le lacune nella protezione dei diritti umani. Il tutto sulla base dei dati forniti dai governi e dalle organizzazioni intergovernative e non governative. Il gruppo di lavoro effettua visite in diversi paesi per analizzare l’opera dei mercenari. Queste visite avvengono, quasi sempre, sulla base di inviti formali da parte del paese interessato. Il gruppo di lavoro effettua generalmente una o due visite all’anno negli stati che lo hanno invitato. Finora, sono oltre 100 i paesi che hanno invitato i membri del gruppo.
Il gruppo di esperti analizza anche l’azione delle aziende private che offrono assistenza militare, consulenza e servizi di sicurezza a questi gruppi a livello internazionale. Questo approccio consente al gruppo di lavoro di formare una valutazione completa dell’operato dei mercenari in situazioni di conflitto.
Il gruppo di lavoro opera anche in un altro modo: interviene dopo aver ricevuto denunce su presunte violazioni dei diritti umani legate alle attività dei mercenari. Da sottolineare, però, che istituzionalmente non è compito degli esperti emettere decisioni relative a singoli reclami. Non possono chiedere al governo di un paese di porre rimedio ad una presunta violazione. Possono però segnalare la questione alle sedi competenti delle Nazioni Unite. Se la presunta violazione si è già verificata, il gruppo di lavoro invia una lettera di accusa o un appello urgente. La prima contiene una richiesta al governo di chiarire la sostanza dell’accusa e di trasmettere qualsiasi informazione relativa all’accusa al gruppo di lavoro. Nei casi in cui vi siano accuse sufficientemente attendibili di violazioni dei diritti umani perpetrate da mercenari (a seguito di attività legate a mercenari o di attività di società militari e di sicurezza private), il gruppo di lavoro invita il governo interessato ad un’azione urgente.
Annualmente, il gruppo di lavoro riferisce al Consiglio dei Diritti Umani e all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. (A/HRC/51/25: Accesso alla giustizia, responsabilità e mezzi di ricorso per le vittime di mercenari, attori legati ai mercenari e società militari e di sicurezza private | OHCHR Non è insolito che, sulla base di queste segnalazioni, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adotti risoluzioni sull’uso di mercenari (si veda, ad esempio, la risoluzione 74/138 del 2019)).
Nel rapporto 2021, del gruppo di lavoro, ad esempio, si sottolinea che il numero di compagnie di mercenari “ha esacerbato il rischio di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario e ha minato i principi umanitari”. Anche molti “attori umanitari” (un eufemismo per indicare le multinazionali) ricorrono ai mercenari. Questo “ha comportato sfide significative per quanto riguarda la protezione dei civili e la garanzia e il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario”. Spesso, le stesse “società private nell’azione umanitaria e la commercializzazione degli aiuti umanitari hanno sollevato preoccupazioni circa il loro impatto sui principi umanitari di imparzialità, neutralità e indipendenza operativa”. Secondo il gruppo di lavoro è “necessario riflettere criticamente sui tipi di situazioni e spazi in cui operavano compagnie militari e di sicurezza private, e sulla gamma di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario che potevano e si sono verificate”.
A marzo 2023, il gruppo di lavoro (insieme e a altri esperti delle Nazioni Unite) aveva accusato i rappresentanti del gruppo mercenario russo di “offrire la grazia per le condanne penali ai prigionieri che si uniscono al gruppo e prendono parte alla guerra in Ucraina, nonché un pagamento mensile ai loro parenti”. L’obiettivo della Wagner era reclutare sia cittadini russi che stranieri che scontavano condanne in istituti penitenziari. Gli esperti indipendenti hanno affermato di essere stati informati che, in alcuni casi, il reclutamento è stato effettuato attraverso minacce o intimidazioni. Esperti di diritti umani “profondamente turbati” dal reclutamento di prigionieri del Gruppo Wagner russo | Notizie ONU (un.org) “Le notizie secondo cui i prigionieri reclutati sarebbero stati portati in un centro di detenzione nella regione di Rostov per l’addestramento prima di essere inviati in Ucraina, e che sono stati trasferiti in Ucraina senza documenti di identificazione e tenuti a firmare un contratto con il Gruppo Wagner, sono profondamente inquietanti”, hanno detto gli esperti del Consiglio per i Diritti Umani. Secondo il comunicato delle Nazioni Unite le reclute carcerarie potrebbero essere state dispiegate nelle regioni parzialmente occupate dai russi di Donetsk e Luhansk, in Ucraina, e impiegate per “fornire servizi militari, ricostruire infrastrutture e prendere parte diretta alle ostilità dalla parte delle forze russe”.
Molto spesso, le azioni dei mercenari si sovrappongono a quelle degli eserciti nazionali: “Quando il personale di sicurezza privato armato operava a stretto contatto con il personale militare, come gli eserciti statali o le operazioni di pace delle Nazioni Unite, e si impegnava nell’uso della forza, ciò poteva compromettere il principio di distinzione tra persone e oggetti civili e militari, creando confusione sugli obiettivi legittimi”. Un pericolo che è stato richiamato anche nell’ultima relazione del gruppo di lavoro, presentata lo scorso anno. Gli esperti delle Nazioni Unite si sono detti allarmati “dal crescente uso di mercenari e attori legati ai mercenari nei conflitti armati in tutto il mondo”. “Stiamo assistendo alla presenza sempre crescente di mercenari e attori legati ai mercenari nei conflitti armati contemporanei e al rischio sempre crescente di gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra”, ha dichiarato Sorcha MacLeod, presidente del gruppo di lavoro sull’uso dei mercenari.
Secondo i membri del gruppo di lavoro, in molti casi, la presenza di mercenari prolunga il conflitto, agisce come fattore destabilizzante e mina gli sforzi di pace. Gli esperti delle NU temono che il reclutamento e l’invio di mercenari nelle zone di conflitto possa aggravare il rischio che i conflitti si diffondano in altre regioni. “Il gruppo di lavoro ha ampiamente evidenziato i modelli di gravi abusi e violazioni commessi impunemente da questi attori, come uccisioni extragiudiziali, sparizioni forzate, stupri, violenza sessuale e di genere, detenzione arbitraria e tortura. Sono anche noti per colpire indiscriminatamente i civili”, ha spiegato Sorcha MacLeod, referente del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite.
Come dicevamo non è un problema che non riguarda solo la Russia e l’Ucraina. Molti gruppi di mercenari contano su migliaia o addirittura decine di migliaia di soldati ben addestrati, ben pagati e armati fino ai denti, pronti a intervenire in qualunque parte del pianeta. Eserciti senza alcun controllo esterno (a parte quello, peraltro blando, delle Nazioni Unite) che per secoli hanno influenzato (e continuano a farlo) una parte significativa degli affari planetari di governi e multinazionali. Dalla Palestina alla Colombia, dalle missioni di pace in Medio Oriente alle guerre tribali in Africa. Fino all’Ucraina e alla Russia.
Gruppi troppo potenti e conflitti troppo complicati per essere analizzati da un gruppo di cinque persone.