di Paolo Menchi –
Sembrava che il ballottaggio per eleggere il nuovo presidente argentino si dovesse decidere per una incollatura, invece l’ultraliberista Javier Gerardo Milei ha vinto con circa il 56% dei voti e con un distacco di 11 punti sul peronista Moro, ex ministro dei dicasteri economici dell’attuale governo.
L’esito del voto probabilmente incarna l protesta contro l’attuale governo ritenuto responsabile della grave crisi del paese che ha un tasso di inflazione del 140%, un debito pubblico di 419 miliardi di dollari e per il quale il FMI disegna per il 2023 il peggior scenario di tutta l’America Latina.
Con un passato da portiere di calcio e di cantante in un gruppo musicale, Milei si è laureato in Economia all’Università di Belgrano, dove ha anche insegnato, ed ha costruito la sua vittoria grazie a numerose apparizioni televisive negli ultimi due anni nelle quali ha costruito il suo personaggio raccontando per esempio di vivere con cinque cani di grossa taglia, che definisce i suoi figli, chiamati tutti con il nome di un economista da lui stimato, o rilasciando interviste con le sue ormai famose affermazioni, spesso false ma di forte impatto mediatico. come quando disse che gli indicatori sociali di oggi sono peggiori di quelli del 2001 o quando aveva affermato che all’inizio del XX secolo l’Argentina era il paese più ricco del mondo e ora è solo al posto numero 140.
Di impatto anche in Argentina, come quasi in tutto il mondo, anche l’attacco alla classe politica definita “casta” e responsabile dei problemi del Paese.
Tuttavia, a parte queste frasi da campagna elettorale, quello che preoccupa è il suo programma che possiamo definire più estremo di quello dei suoi beniamini Trump e Bolsonaro.
Milei vuole innanzitutto ridurre la spesa pubblica tagliando drasticamente il numero dei ministeri, ma vuole anche abolire la banca centrale e la moneta nazionale per passare al dollaro.
Negazionista totale in merito al cambiamento climatico, è anche contrario all’aborto, che vorrebbe abolire, è contro il rispetto delle identità sessuali e vuole la liberalizzazione delle armi.
Ma quello che scandalizza di più è che, in nome della libertà, ritiene che ogni individuo possa vendere liberamente i propri organi, considerati una risorsa economica per i più bisognosi e vuole proporre una legge in tal senso.
Leggere questo programma dà un’idea del livello di disperazione e del forte desiderio di proporre un voto di protesta degli argentini con il forte rischio che la medicina diventi peggiore del male.