Musulmani in chiesa contro il terrorismo. Ma sono pochi, e la moschea di Roma si dissocia

di C. Alessandro Mauceri

Musulmani in chiesaDopo il brutale omicidio di un prete cattolico nella chiesa di Rouen, in Francia, per mano di un auto-dichiarato terrorista islamico, nei giorni scorsi, in molte chiese italiane si è tenuto un momento di preghiera comune: a Milano, Roma, Firenze, Napoli, Torino, Palermo, Catania, Bari, imam e credenti musulmani si sono riuniti nelle chiese cattoliche e si sono seduti accanto ai fedeli per un momento di riflessione. Un momento che lascia da pensare. Ma non per l’atto di terrorismo avvenuto in Francia.
A destare sorpresa è prima di tutto la partecipazione all’evento da parte della comunità musulmana. Secondo Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Comai) all’evento avrebbero partecipato 23mila musulmani. “Tantissimi” hanno detto i giornali, segno di una partecipazione di massa. Su Avvenire il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha parlato di “una risposta pronta, tempestiva e chiara. Se continuano su questa strada si potrà creare un vero isolamento attorno a questi fanatici omicidi”. I numeri, però, dicono qualcosa di diverso.
In Italia i musulmani sono circa 1 milione e 700mila compresi gli irregolari, i minori e i neonati (dati Fondazione Ismu su base Osservatorio regionale lombardo). A questi si aggiungono i circa 100mila italiani convertiti alla religione musulmana e gli ex stranieri che hanno acquisito cittadinanza italiana (per il 98% sunniti). Questo significa che alla manifestazione hanno aderito meno dell’uno per cento dei musulmani presenti nel paese. Se si guarda all’intera Unione europea i musulmani sono 15 milioni (il 3% della popolazione), ai quali se ne aggiungono altri circa 97 milioni nei Paesi europei non comunitari.
Inoltre a non partecipare all’evento è stata la principale moschea in Italia, quella di Roma. Nonostante la Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, avesse invitato tutti i musulamni presenti in Italia a partecipare all’evento, il portavoce della Grande Moschea di Roma si è dichiarato in disaccordo con l’iniziativa. Un giudizio il cui peso potrebbe essere molto maggiore di quanto possa sembrare. È vero che i luoghi di culto destinati alla religione islamica in Italia, secondo alcune stime, sono quasi 700. Ma le moschee ufficialmente riconosciute sono solo quattro (fonte: Idos). E tra queste c’è proprio la Grande Moschea di Roma. Attiva dal 1995 è la più grande moschea in Europa (su un totale di 164 ufficiali). Gli altri luoghi di culto sono siti dove si recita il Corano (222) o associazioni culturali islamiche (circa 400). Da anni si discute sulle forme di finanziamento di questi “luoghi di culto”: alcuni sostengono che buona parte dei fondi provengano da contributi elargiti da sostenitori residenti in Arabia Saudita, in Egitto o in Qatar.
È per questo motivo che il giudizio del portavoce di questa moschea, insieme ai numeri sulla partecipazione all’evento, dovrebbero far riflettere. È vero, come ha detto Bagnasco, che la risposta è stata “pronta, tempestiva e chiara”. Ma, per contro, non sembra che si possa parlare di “isolamento attorno a questi fanatici omicidi”, almeno stando ai numeri.