Niger, Mali e Burkina Faso hanno annunciato il loro ritiro dall’ECOWAS

di Alberto Galvi

Niger, Mali e Burkina Faso hanno annunciato il loro ritiro immediato dal blocco regionale ECOWAS (Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale), accusando l’organismo di essere una minaccia per i paesi membri. I tre paesi hanno affermato congiuntamente l’ECOWAS di non aver sostenuto la loro lotta contro “il terrorismo e l’insicurezza”, imponendo al contempo “sanzioni illegali, illegittime, disumane e irresponsabili”.
L’ECOWAS è stata informata della decisione dei paesi di lasciare il blocco, ma il protocollo prevede che il ritiro richieda fino a un anno per essere completato.
Negli ultimi tempi l’ECOWAS si è impegnato per invertire i colpi di stato dilaganti nella regione dovuti al mancato beneficio per i cittadini degli sfruttamenti per le risorse naturali. L’organismo regionale ha reagito sospendendo tutti e tre i paesi e imponendo pesanti sanzioni a Niger e Mali. Le prese di potere militari hanno avuto luogo in Mali nel 2020 e 2021, in Burkina Faso nel 2022 e in Niger nel 2023.
Il Niger ha tentato di modificare i rapporti con l’ECOWAS invitando i suoi rappresentanti nella capitale Niamey, ma si è presentata solo una rappresentanza del Togo. I leader militari delle tre nazioni hanno promesso di contrastare l’ascesa dei gruppi armati violenti nei loro paesi e hanno unito le forze nella cosiddetta “Alleanza degli Stati del Sahel”. L’Africa occidentale ha registrato più di 1.800 attacchi nei primi sei mesi del 2023, che hanno provocato quasi 4.600 morti e creando terribili conseguenze umanitarie.
I tre paesi hanno tagliato i legami militari con la Francia, che un tempo aveva una forte presenza nel Saheli. Il ritiro militare francese e le sanzioni su economie già fragili hanno accresciuto la preoccupazione che i gruppi armati possano diffondersi verso sud e verso i paesi costieri relativamente stabili di Togo, Benin, Ghana e Costa d’Avorio.