Petrolio in crescita: 50 dollari al barile

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Petrolio piattaformaIl petrolio è tornato a salire, superando la quota dei 50 dollari al barile (Brent) per poi attestarsi a 49,4, il Wti a 49,3.
C’è quindi un’evidente ripresa dai poco più di 30 dollari di qualche mese fa, una scelta dei paesi Opec, spinta dalla cordata dell’Arabia saudita, che ha ridotto sul lastrico le economie di interi paesi, soprattutto di quelli che non hanno saputo diversificare la produzione, come il Venezuela. Come ha spiegato il ministro dell’economia Anton Sulianov, in Russia il crollo del prezzo del greggio si è tradotto con perdite di 110 miliardi all’anno, ben oltre i 40 miliardi dovuti alle sanzioni.
Il rafforzarsi sui mercati del costo del greggio non è dovuto all’accordo fra i sauditi e gli iraniani, che difatti non c’è stato, bensì ad una lieve crescita della domanda, determinata dal calo delle riserve Usa dovute al blocco della produzione canadese, che è il più grosso fornitore degli Stati Uniti.
Il Canada è alle prese con i vasti incendi della regione di Alberta, che già da ora hanno un considerevole impatto sulla produzione del paese.
Gli esperti si mostrano preoccupati soprattutto per le conseguenze che queste ceneri avranno sullo strato di ghiaccio della Groenlandia, ma le particelle sono arrivate fino alla penisola Iberica.