Petrolio: nulla di fatto alla riunione di Doha, nessun accordo per contenere la produzione

di Enrico Oliari –

petrolioE’ fallito il vertice dei produttori di petrolio di Doha, sia membri Opec che esterni al cartello: l’appuntamento era attesissimo per stabilizzare il prezzo del petrolio, oggi intorno ai 41 dollari al barile ma sceso negli scorsi mesi fino a 30 dollari, lasciando sul lastrico le economie di numerose nazioni. Il petrolio ha infatti perso il 60% del proprio valore in due anni.
E proprio l’avvicinarsi del vertice aveva dato nei giorni scorsi fiducia ai mercati, poiché sul tavolo c’era l’idea apparentemente condivisa di porre un limite alla produzione, ma i veti incrociati e i bisticci in particolare tra l’Arabia Saudita e l’Iran, il quale, cadute le sanzioni, intende riguadagnare terreno mettendo il proprio greggio in circolazione, hanno fatto saltare il tavolo. Riyad, che ha interesse a produrre petrolio in grandi quantità, ha legato la propria disponibilità ad accettare la richiesta ad una riduzione degli altri produttori al comportamento dell’Iran, ovvero nessun contenimento nel caso Teheran non avesse fatto altrettanto.
Il ministro dell’Energia russo, Alexander Novak, ha tentato di prevenire il contraccolpo sui mercati affermando che l’intesa “è ancora possibile, ci aspettiamo che possa essere raggiunta”, ma man mano che passano le ore il petrolio è risultato destinato a scendere nuovamente.
Solo la Russia, che a differenza di altri paesi ha comunque un’economia diversificata, perde a causa del crollo del prezzo del petrolio qualcosa come 200 miliardi all’anno.
In Kuwait è in corso uno sciopero di 20mila lavoratori del settore estrattivo dopo la proposta del governo di tagliare del 20% i loro stipendi al fine di contrastare il crollo del prezzo del petrolio.
Al termine della seduta di Doha i paesi produttori hanno fatto sapere la loro disponibilità ad un nuovo incontro, con data e ora ancora da concordare.