Polonia. Spostati militari al confine bielorusso, le ire di Putin

Il presidente russo, 'l'iniziativa di forze lituane e polacche in Ucraina sotto l'ombrello Nato è un gioco molto pericoloso'. Ricompare Prigozhin.

di Enrico Oliari

Il governo polacco ha deciso di spostare truppe al confine bielorusso, dopo che, come ha spiegato Zbigniew Hoffmann del comitato polacco per la sicurezza, mercenari della compagnia privata russa Wagner hanno compiuto esercitazioni con i militari bielorussi in un sito militare non distante dalla linea di demarcazione tra i due paesi, nei pressi di Brest.
Hoffman ha spiegato che “Il comitato ha preso in considerazione le possibili minacce tra cui quella del dispiegamento di unità del gruppo Wagner”, per cui “il governo ha optato per il dislocamento di truppe dall’ovest all’est”. Le informazioni del ministero della Difesa riportano che già due brigate di militari polacchi si stanno esercitando in prossimità del confine con la Bielorussia.
In realtà è molto improbabile che bielorussi e mercenari della Wagner attacchino un paese Nato, con una conseguente risposta dell’Alleanza Atlantica dagli esiti imprevedibili, ma nella guerra della comunicazione tutto fa brodo pur di tenere alta la tensione. Fatto sta che l’iniziativa polacca ha suscitato le ire di Vladimir Putin, il quale è intervenuto minacciando che “un attacco alla Bielorussia significherà un’aggressione alla Russia”, “risponderemo con qualsiasi mezzo a disposizione”.
Il presidente russo ha affermato che “nonostante gli aiuti dell’occidente la controffensiva ucraina non ha prodotto gli effetti desiderati”, e ha definito l’iniziativa “sotto l’ombrello Nato della creazione di una cosiddetta formazione polacco-lituano-ucraina” “un gioco molto pericoloso”. Ha quindi sostenuto che “se non mercenari, bensì i militari polacchi e lituani, ben equipaggiati, estrassero in Ucraina, vi rimarrebbero lì per sempre”.
Intanto è apparso in un video il capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, mentre dà il benvenuto ai suoi uomini in Bielorussia, segno che al di là delle speculazioni della stampa internazionale e delle cancellerie occidentali, lo “chef” di Putin è vivo, vegeto e al suo posto.