Prove di pace fra Omar al-Bashir e Salva Kiir: a maggio il Sud Sudan torna a produrre petrolio

di Giacomo Dolzani –

È prevista per il prossimo venerdì la visita del presidente sudanese Omar al-Bashir a Juba, la prima dopo l’indipendenza del Sud Sudan da Khartoum, secessione decisa tramite un referendum ed ottenuta il 9 luglio del 2011.
I rapporti diplomatici tra i due paesi si erano gravemente incrinati a causa di alcune questioni rimaste aperte, riguardanti principalmente la definizione di certi tratti di confine e la spartizione dei proventi derivanti dalla vendita del petrolio estratto in Sud Sudan.
Alcune importanti città petrolifere, come ad esempio Abyei, si trovano proprio a cavallo della frontiera e sono reclamate da entrambi gli stati, diventando così la causa di scaramucce ma anche di veri e propri atti di guerra, come il bombardamento della città da parte dei caccia dell’Aeronautica sudanese, che hanno portato i due paesi sull’orlo dei un conflitto armato.
Ancora più ostica si è rivelata la questione riguardante quale debba essere la percentuale che Juba è tenuta a versare a Khartoum per l’utilizzo dei suoi oleodotti. Il Sud Sudan detiene infatti il 75% di quelle che erano le riserve petrolifere del paese prima della sua divisione ma, al contrario del Sudan, non dispone di sbocchi sul mare ed è praticamente privo di infrastrutture che non siano gli impianti di estrazione del greggio.
Per poter esportare il proprio petrolio Juba deve quindi servirsi degli unici oleodotti di cui dispone e che conducono verso nord, in territorio sudanese, verso i porti controllati da Khartoum sul Mar Rosso.
Non riuscendo a trovare una soluzione condivisa da entrambi, per danneggiare l’economia sudanese Juba aveva interrotto l’attività estrattiva, annullando di fatto le proprie entrate che sono costituite per il 98% dai proventi derivanti dalla vendita del greggio.
Con diversi meeting tra i due leader, Salva Kiir e Omar al-Bashir, che si sono tenuti ad Addis Abeba, si è cercato di mettere fine a queste divergenze che stavano logorando i due paesi ma per le quali Juba stava pagando il prezzo più alto e, con un susseguirsi di fallimenti e tregue non rispettate, sembra che alla fine si sia riusciti a stabilizzare la situazione.
Il Sud Sudan ha infatti ripreso l’estrazione di greggio ed entro la fine di maggio, a quanto riferito dall’agenzia sudanese Suna, dovrebbero riprendere le esportazioni verso Khartoum, rimettendo in moto la, pur sempre precaria, economia del paese africano.