Scozia. Sturgeon, ‘non ci separeranno da Ue contro la nostra volontà, subito colloqui Edimburgo-Bruxelles’

di Notizie Geopolitiche – 

sturgeon_nicola“Non accetteremo che la Scozia venga separata dall’Unione Europea contro la sua volontà”, è quanto ha dichiarato in una conferenza stampa la premier scozzese, Nicola Sturgeon, dopo una riunione con il proprio gabinetto, aggiungendo che è stato deciso di contattare i leader dell’Ue e dei principali paesi comunitari al fine di discutere del destino della Scozia.
La Sturgeon ha infatti spiegato che verrà istituita nei prossimi giorni una commissione di esperti in economia e diritto, al fine di vagliare tutte le possibili strade che Edimburgo può seguire al fine di slegare il proprio destino da quello del resto della Gran Bretagna.
Nonostante il voto popolare britannico, in occasione del referendum del 23 giugno scorso sulla cosiddetta Brexit, sia stato nel complesso a favore dell’uscita dall’Ue, in Scozia , così come nell’Irlanda del Nord, rispettivamente il 62% ed il 56% della popolazione si è invece detta favorevole a rimanere all’interno dell’Unione, fatto che ha causato la reazione dei governi dei due paesi e, mentre Belfast ha richiesto un referendum per annettersi all’Irlanda, Edimburgo ora ne pretende uno per sancire la propria indipendenza da Londra.
Nonostante una consultazione analoga si sia già svolta il 18 settembre 2014, con il 55.3% dei votanti favorevoli all’unità con la Gran Bretagna, oggi il risultato potrebbe ribaltarsi in quanto questa volta la secessione, contrariamente a due anni fa, significherebbe invece rimanere all’interno dell’Unione Europea.
La vittoria della Brexit ha letteralmente spaccato in due la Gran Bretagna, sia geograficamente, con Inghilterra e Galles, gli stati più popolosi, per il “Leave” contro Scozia ed Irlanda del Nord per il “Remain”, sia per quanto concerne la sua popolazione, fatto che ha portato a decine di raccolte di firme per i referendum più svariati, da quello per la ripetizione del voto del 23 giugno con regole diverse ad uno per una Londra città-stato indipendente membro dell’Ue, trasformando quello che era il Regno Unito in una nazione sempre più disgregata.