Singapore. Stop alla vendita di armi alla giunta del Myanmar

di Alberto Galvi

Il governo di Singapore ha vietato su tutto il territorio la vendita di armi al Myanmar, cosa che infligge un duro colpo alla giunta dei generali in difficoltà, i quali presero il potere con un colpo di Stato più di tre anni fa. Finora era stata l’Indonesia l’unico paese del sud-est asiatico a bloccare la vendita di armi alla giunta di Naypyitaw.
Il divieto di Singapore ha aumentato i costi per il capo dell’esercito Min Aung Hlaing e le sue forze, che non riescono a respingere la coalizione di diverse etnie in conflitto con il governo centrale. Le forze di resistenza Bamar hanno costretto i militari a lasciare il territorio al confine con Thailandia, Cina e India.
Singapore è stato per decenni il principale canale finanziario per il Myanmar. Oggi si tratta di un ambiente molto meno permissivo per la giunta e i suoi alleati, costringendoli a reindirizzare le loro transazioni attraverso altri paesi.
Il regime militare è attualmente sotto un’enorme pressione a seguito dell’avanzata delle forze anti-colpo di Stato, le quali hanno preso il controllo di centinaia di avamposti militari negli stati settentrionali e in diverse città chiave lungo il confine cinese, così come nello Stato occidentale di Rakhine.
Un’alleanza di etnia Karen e combattenti anti-colpo di Stato ha anche costretto i militari a ritirarsi dalla città strategicamente importante di Myawaddy, al confine con la Thailandia.