SIRIA. Intelligence Israele lavora nei villaggi di confine

Adnkronos –

mossadLe forze di sicurezza israeliane hanno inviato alcuni aiuti umanitari e avviato un’attivita’ d’intelligence nei villaggi siriani al confine con il Golan. Lo scrive oggi il New York Times, in un articolo dedicato all’evolversi della strategia israeliana verso la crisi in Siria. Fin dall’inizio, Israele ha insistito di non volersi immischiare nella crisi in corso nel paese confinante e che il suo unico interesse e’ di evitare che armi sofisticate finiscano nelle mani degli Hezbollah libanesi. Ma l’aggravarsi della crisi pone nuovi problemi a Israele, che ha gia’ effettuato alcuni raid militari contro convogli Hezbollah in Siria. E ora si teme che Damasco possa decidere di rispondere militarmente al prossimo raid. Gli analisti escludono l’ipotesi della creazione di una zona cuscinetto in Siria, sia perche’ verrebbe considerata una violazione della sovranita’ siriana, sia perche’ difficilmente relizzabile date le condizioni del terreno e la presenza di due fiumi. “Una zona cuscinetto non funzionerebbe” – commenta Ehud Yaari, esperto israeliano Washington Institute for near East Policy- se venisse creata, ci si troverebbe a ridosso alle principali forze siriane dei due campi”.
Appare anche prematura l’ipotesi di armare abitanti dei villaggi di frontiera, in gran parte drusi come 20mila residenti del Golan da parte israeliana. Per ora ci si limita all’attivita’ di intelligence e agli aiuti umanitari in questi villaggi, dove la gente non sostiene ne’ Assad ne’ i ribelli. Un’ipotesi “molto, molto prematura” – afferma Itamar Rabinovich, ex negoziatore israeliano con la Siria – “queste sono cose che si fanno quando crolla uno stato e si deve affrontare l’anarchia al confine. Ma non siamo a questo punto”. Certo e’ che Israele vuole agire con la massima prudenza: un suo coinvolgimento nel conflitto potrebbe favorire la caduta di Assad lasciando le zone di confine in mano ai gruppi jihadisti. E potrebbe avere conseguenze sui rapporti gia’ complicati fra Israele e la Russia. “A volte l’unca cosa che si puo’ fare e’ non fare nulla”, commenta Giora Eiland, ex consigliere israeliano per la sicurezza nazionale.