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Incontrando a Ginevra l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura, il quale modera i colloqui fra le parti per la crisi siriana, il segretario di Stato Usa John Kerry ha appurato che il conflitto è “sotto molti aspetti fuori controllo”.
D’altronde il caos siriano vede una serie di conflitti sovrapposti, tra i quali i ribelli contro Damasco, gli interessi della Turchia contro i curdi, l’atavica lotta tra gli sciiti ed i sunniti, l’Isis contro i regolari, al-Qaeda (Jabat al-Nusra) alleata dei ribelli ad Aleppo contro l’esercito, sostenuto a sua volta dai raid russi e dagli Hezbollah libanesi.
Come se non bastasse, il Pentagono ha più volte denunciato che le armi fornite dagli Usa ai ribelli sono state cedute dagli stessi ai qaedisti di Jabat al-Nusra.
Intanto a Ginevra i colloqui restano impantanati sostanzialmente sul ruolo di Bashar al-Assad, che le opposizioni vorrebbero escluso dai giochi mentre per Damasco dovrebbe essere parte integrante della fase di transizione, e sulla partecipazione al tavolo delle trattative di gruppi legati all’Islam più rigido, come Ansar al-Sham e Jaysh al-Islam, attivi ad Aleppo con Jabat al-Nusra e ritenuti da Damasco e dalla Russia quali formazioni terroristiche. In compenso Turchia e Arabia Saudita hanno chiesto ed ottenuto l’esclusione dei curdi dalle trattative.
A Ginevra Staffan de Mistura ha ricordato che sono 400mila le persone morte in cinque anni di conflitto in Siria; dopo aver incontrato il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem con il quale ha discusso dell’accesso degli aiuti alle popolazioni assediate, l’inviato ha affermato che i prossimi colloqui previsti per il 13 aprile sono di “importanza cruciale”, poiché “ci concentreremo in particolare sulla transizione politica, la governance e i principi costituzionali”.
