SIRIA. Kerry in Turchia, Erdogan chiede intransigenza con al-Assad

TMNews, 1 mar 13 –

Il segretario di Stato Usa John Kerry è oggi ad Ankara, con il dossier siriano in cima all’agenda, all’indomani dell’annuncio a Roma dello stanziamento da parte americana di “altri 60 milioni di dollari di aiuti non-letali” all’opposizione siriana. Aiuti che, con ogni probabilità, saranno inviati tramite la Turchia, Paese confinante con la Siria e che da tempo attendeva una linea statunitense più decisa sul conflitto. “Invieremo forniture mediche e alimentari al Consiglio Supremo militare, in modo che ci sia diretta assistenza”, ha detto Kerry, “questo è l’inizio di un processo che cambierà i piani di Assad”. Il capo della diplomazia statunitense incontrerà il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu, il presidente Abdullah Gul e il premier Recep Tayyip Erdogan. La Turchia chiede da tempo una posizione più decisa da parte dell’Occidente – e degli Stati Uniti in particolare – sulla Siria ed esclude qualsiasi possibilità che Assad o i suoi emissari possano restare in sella, anche nell’ambito di un governo di transizione. “Gli Usa non hanno ancora assunto una vera responsabilità, cosa possiamo allora discutere e sino a che punto?”, ha dichiarato pochi giorni fa il premier Erdogan, commentando l’imminente arrivo di Kerry. Posizioni ancora distanti, dunque, sottolinea il quotidiano Hurriyet, annunciando la visita dell’inviato di Barack Obama. Un altro argomento sul tavolo della visita di Kerry, di non facile gestione, sarà quello della ‘cooperazione energetica’ tra la Turchia e il governo autonomo del Kurdistan iracheno, che non piace a Baghdad e quindi irrita anche gli Usa. In particolare, al governo iracheno non vanno giù le trattative dirette per forniture di petrolio e investimenti correlati. Il dipartimento di Stato ha così trasmesso ad Ankara una richiesta di maggiore cautela sulla questione. “E’ un quadro talmente contraddittorio – ha detto due giorni fa il presidente Gul al riguardo – in passato quando non avevamo buone relazioni con i curdi in Iraq, i nostri amici ed alleati ci dicevano: per favore, siate accomodanti. Ora che abbiamo buone relazioni, vedo che c’è un certo imbarazzo.” C’è poi il ‘caso’ dell’ambasciatore americane ad Ankara, Francis Ricciardone, che all’inizio di febbraio ha suscitato la furia del governo turco con commenti sul sistema giudiziario locale. Il dipartimento di Stato ha fatto muro alle proteste della Turchia. “L’ambasciatore ha seplicemente ripetuto quello che il segretario di Stato Clinto aveva detto”, è stato il commento della portavoce Victoria Nuland. Che ha avvertito: “sono sicura che il segretario Keryy dirà queste cose quando avrà una possibilità di parlarne in pubblico”. behind the scenes is a matter of curiosity.