Siria. La Cina si prepara per la ricostruzione, a cominciare dalle centrali elettriche

di Enrico Oliari

L’atteggiamento della Cina sulla crisi siriana è sempre stato prudente, anche perché prima del 2011 Pechino contava di trasformare i porti siriani in hub per le merci dirette verso la ricca Europa.
Esportazioni o ricostruzioni sempre di affari si tratta ed oggi le imprese cinesi stanno guardando alla Cina in previsione del post-comflitto, tanto che è data per metà agosto la visita di una delegazione di imprenditori cinesi nel paese mediorientale. Lo ha reso noto il vice presidente dell’Associazione di scambio cinese-araba Qin Yong, il quale ha affermato che “Ci aspettiamo che un gruppo di 30-50 rappresentanti di diverse società cinesi verranno con noi in Siria dal 15 al 22 agosto”.
Presso l’ambasciata siriana a pechino, una delle poche aperte tra le potenze economiche, è stata organizzata in questi giorni la prima fiera per la ricostruzione dove sono stati presentati progetti per infrastrutture e grandi opere compresa la costruzione di centrali elettriche, e l’ambasciatore Imad Moustapha ha con l’occasione per illustrare le opportunità di investimenti che si aprono in vista della risoluzione del conflitto.
Qin Yong ha spiegato che il proposito è quello di recarsi in diverse parti del paese ed in particolare a Damasco, Homs e Aleppo al fine di stringere rapporti con i leader politici locali, ed ha affermato che “Dopo quasi sette anni di guerra civile, i sistemi di fornitura energetica in Siria sono stati fortemente danneggiati e devono essere disperatamente ripristinati”.