SIRIA. La Russia firma nuovi contratti per l’estrazione del petrolio con Damasco

Notizie Geopolitiche –

piattaforma petroliferaLa Siria paga l’appoggio fondamentale della Russia nella crisi con gli interessi strategici che Mosca ha nel paese: oltre alla fornitura di armi e di pezzi per i mezzi da guerra, presto la cospicua presenza militare presso la base di Tarus, l’unica in un panorama che va dal Marocco al Kyrghizistan che ospita basi statunitensi (con esclusione del solo Iran) sarà affiancata da nuovi impianti per l’estrazione del petrolio.
Proprio ieri è stato infatti firmato a Damasco l’accordo denominato “Amrit” con la compagnia russa Soyuzneftegaz per l’estrazione di petrolio dal blocco n°2 delle acque territoriali siriane, su un’area di 2.190 chilometri quadrati.
Il ministro del petrolio Sleiman al-Abbas ha dichiarato nell’occasione che tale accordo, fatto in questa fase difficile per il paese, rappresenta una grande sfida e si affianca ad altre operazioni del genere già in atto, dove aziende russe per l’estrazione degli idrocarburi continuano a lavorare con le aziende siriane nonostante il conflitto in atto.
L’ambasciatore della Russia in Siria, Azamat Kulmuhametov, ha affermato che questo contratto è la prova delle robuste relazioni economiche tra la Siria e la Russia.
Si espande quindi la presenza della Russia nel Mediterraneo: oltre alla cooperazione con la Siria, Mosca ha firmato un mese fa a Trieste con il governo italiano una robusta cooperazione a 360 gradi ed ha avviato la costruzione di una base militare ad Alessandria d’Egitto, paese dove ha iniziato ad esportare armamenti scalzando quindi gli Stati Uniti.