SIRIA. Lavrov chiude i campi profughi siriani all’Unhcr

di Enrico Oliari

Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha di fatto chiuso la porta dei campi profughi siriani ai rappresentanti delle Nazioni Unite, sostenendo che gli insorti non hanno l’autorità necessaria per permettere tali visite e soprattutto che l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) “è competente per le visite dei campi allestiti dall’Onu, ma non per gli altri”. Lavrov, da una conferenza stampa tenutasi a Lubiana dove ha incontrato il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec, ha poi continuato dicendo che “Se vi fosse un tentativo di utilizzare la situazione dei rifugiati siriani per avanzare delle proposte come una no-fly zone, allora noi e la Cina potremmo vederlo come un tentativo di preparare un intervento straniero”, segno quindi della contrarietà dei due paesi, che hanno diritto di veto al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ad un intervento esterno. I quindici paesi che compongono il Consiglio di Sicurezza hanno discusso della possibilità di inviare una delegazione a visitare i campi di rifugiati siriani in Giordania, la quale ha comunicato di dare al momento ospitalità, fra mille difficoltà, ad oltre 500mila rifugiati siriani. L’Unhcr prevede che il numero dei rifugiati siriani raggiungerà 1,2 milioni a fine 2013, pari all’equivalente di un quinto della popolazione della Giordania. La Russia considera la Siria come propria zona di influenza ed ha a Tartus la sua unica ed imponente base militare in un panorama che va dal Marocco al Kirghizistan, con l’esclusione dell’Iran, che ospita basi statunitensi; in più occasioni sono risultate inoltre forniture militari di Mosca a Damasco. La Cina ha nel paese importanti investimenti e conta di fare della Siria la propria base logistica sul Mediterraneo.