Pagati 11 milioni per la liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. I rapitori finanziati dalla Cia

di Enrico Oliari –

ramelli-marzulo-siriaOrmai è confermato: per la liberazione di Greta Ramelli e di Vanessa Marzullo è stato pagato dallo Stato italiano un riscatto di 11 milioni di euro.
La notizia, diffusa dall’Ansa, non indica un’ammissione del governo italiano, bensì viene da Aleppo, dove il “tribunale islamico” (Qasimiya) del Movimento Nureddin Zenkih ha condannato Hussam Atrash, leader di Ansar al-Islam, per essersi intascato quasi la metà, 5 milioni di dollari, del riscatto.
Nureddin Zenkih, per esteso Harakat Nour al-Din al-Zenkih, è quindi coinvolto nel rapimento delle giovani cooperanti italiane, è un gruppo di insorti islamisti che si riconosce nel Consiglio di guerra siriano ed è finanziato dagli Stati Uniti secondo il programma della Cia di sostegno ai gruppi moderati (1).
Il tribunale islamico ha appurato che il rapitore ha truffato i suoi complici e che i restanti 7 milioni sono stati divisi fra i signori della guerra locali: Aleppo è per oltre la metà in mano agli insorti siriani, alleati nell’area dei qaedisti di Jabat al-Nusra,
Greta Ramelli, 20 anni di Varese, studentessa di scienze infermieristiche e Vanessa Marzullo, 21 anni di Brembate, studentessa di mediazione culturale, nonostante la giovane età si erano recate nel pieno del conflitto siriano per fare le cooperanti: la scelta discutibile è costata allo Stato italiano 11 milioni di euro, denaro riutilizzato dai gruppi sul posto per proseguire la guerra.
La polemica è ora tutta italiana, con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che a suo tempo aveva garantito, in occasione di un intervento alla Camera, che il governo italiano non aveva pagato nessun riscatto. Una nota emessa dalla Farnesina riporta che “Non riteniamo di dover commentare supposte fonti giudiziarie di Aleppo o del sedicente tribunale islamico del movimento Nureddin Zenkih”. “In ogni caso – ha aggiunto l’Unità di Crisi della Farnesina – non risulta nulla di quanto asserito”.

Note:
1 – Cfr. https://en.wikipedia.org/wiki/Harakat_Nour_al-Din_al-Zenki