Siria. Pesanti scontri ad Aleppo, almeno 200 morti. Civili in fuga verso la Turchia

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Aleppo distruttaContinuano dal 12 aprile aspri i combattimenti ad Aleppo, città dove le forze di Bashar al-Assad, sostenute dagli Hezbollah libanesi e da reparti russi, sono impegnate contro le milizie jihadiste di Jabat al-Nusra, dell’Isis e di alcuni gruppi di ribelli siriani che non hanno aderito alla tregua.
Lo scopo non è tanto quello di prendere la città: come ha spiegato il tenente generale russo Sergej Rudskoj, “Se non preveniamo le operazioni terroristiche, le regioni settentrionali della Siria potrebbero ritrovarsi in una situazione di blocco. Per questo tutte le azioni dell’esercito siriano e dell’aviazione russa sono rivolte a contrastare i piani del Fronte al-Nusra”.
Il sospetto è quindi che ad Aleppo si stia allestendo uno zoccolo duro dei jihadisti, i quali avrebbero intenzione di compiere un’offensiva e di tagliare i collegamenti fra la città e Damasco.
La fragile tregua non comprende la lotta a Jabat al-Nusra e all’Isis, ma ad Aleppo i ribelli hanno da sempre collaborato con la diramazione siriana di al-Qaeda, anche cedendo le armi procurate loro dagli Usa, cosa denunciata dallo stesso Pentagono.
Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti umani, organizzazione vicina alle opposizioni e con sede a Londra, oggi sono morti ad Aleppo almeno 200 uomini, un’ottantina delle forze di Bashar al-Assad e alleati, gli altri soprattutto di al-Nusra, mentre quelli dell’Isis sarebbero una dozzina.
E’ invece crisi umanitaria, con almeno 30mila civili in fuga dalla città verso la Turchia, dove ad attenderli vi sono “munizioni vere invece che compassione”. Lo ha denunciato Human Rights Watch, che ha accusato le guardie di frontiera turche di avere aperto il fuoco su alcuni degli sfollati.