Mogherini presenterà lunedì il “Migration Compact” per fermare i flussi in arrivo dalla Libia

di Guido Keller –

mogherini grandePrima di partire per Teheran, dove si è recata per rilanciare la cooperazione con l’Iran, la Pesc Federica Mogherini ha reso noto il “Migration Compact”, di proposta italiana, che lei stessa porterà lunedì alla riunione dei ministri degli Esteri e della Difesa Ue. Mogherini ha affermando di averne “già parlato con il premier Fayez al-Serraj”, il quale sarà coinvolto via telefono nella riunione dei ministri in Lussemburgo.
Il Migration Compact è sostanzialmente un piano di intervento per per contrastare i flussi migratori in arrivo dal Mediterraneo: in due giorni sono giunti con i barconi 4mila migranti, ma sono oltre un milione le persone in arrivo in Libia o già pronte a rischiare la vita mettendosi in mano a trafficanti senza scrupoli ed attraversare il canale di Sicilia.
Il Migration Compact prevede progetti di investimento nei settori del sociale e delle infrastrutture nei paesi da dove partono le imbarcazioni, come la Tunisia e la Libia; l’istituzione di Ue-Africa bond, ovvero titoli per aiutare i paesi interessati ad entrare nei mercati finanziari; il controllo comune dei confini e la cooperazione nella lotta al crimine e ai trafficanti, anche con l’estensione nelle acque territoriali della missione Eunavfor Med (le navi di pattugliamento) e la cooperazione tra le magistrature; la creazione di accessi di stranieri al mercato del lavoro europeo; un sistema di compensazione riservato ai paesi che collaborino nel dare asilo ai rifugiati anche con l’aiuto dell’Unhcr o nel trattenere migranti; collaborazione nelle procedure di identificazione e della distribuzione di documenti; individuazione nelle strutture di accoglienza di chi ha diritto a ottenere protezione internazionale e chi no.
Mogherini ha spiegato comunque che l’attuazione del Migration Compact deve passare attraverso il necessario “permesso della Libia” e solo “dietro loro invito”: appare scontato il via libera del premier del governo di unità nazionale Fayez al-Serraj, messo lì anche su pressioni dell’Italia, mentre non viene considerato il governo “di Tobruk”, dove comunque lunedì il parlamento si ritroverà per l’ennesima per votare il riconoscimento del governo mediato dall’Onu.