Somalia. Il Puntland critica le modifiche apportate alla costituzione provvisoria del paese

di Alberto Galvi

Il governo della regione semi-autonoma del Puntland, in Somalia, critica le modifiche apportate dal Parlamento federale alla costituzione provvisoria del paese e ha annunciato che ritirerà il riconoscimento delle istituzioni del governo federale. Il Garowe-Puntland sostiene che la costituzione, entrata in vigore nel 2012, è stata modificata senza il contributo di tutti i somali, compresi quelli della regione. Per questo motivo il governo del Puntland considererà il proprio potere come indipendente, finché non saranno concordati un sistema di governo federale e una costituzione approvata da tutti i somali attraverso un referendum nazionale.
In sostanza il governo del Puntland si rifiuta di riconoscere l’autorità del governo federale somalo finché la disputa sulle modifiche alla costituzione non sarà risolta. Il Puntland ha 48 legislatori nelle due Camere del Parlamento federale, oltre a ministri e rappresentanze in tutte le istituzioni federali.
La controversia è incentrata sulle modifiche dei primi quattro dei 15 capitoli della Costituzione: i principali cambiamenti riguardano i poteri del presidente, il numero di partiti politici nazionali e le elezioni a livello federale e statale.
Secondo una delle revisioni, il parlamento conferirebbe al presidente l’autorità di assumere e licenziare il primo ministro. In precedenza solo il Parlamento aveva il potere di destituire il primo ministro. Alcune di queste proposte sono state integrate nella Costituzione modificata, mentre altre sono state respinte.
Per il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud la spaccatura con il Puntland è un altro grattacapo da risolvere insieme all’insurrezione jihadista, alla recrudescenza della pirateria e al separatismo del Somaliland. Il governo del Puntland negozierà direttamente con la comunità internazionale e le organizzazioni internazionali su questioni che riguardano gli interessi propri della regione.