Sono 16 gli Stati usa che ricorrono contro il muro di Trump

di Guido Keller

Sono ben 14 gli Stati degli Usa che hanno seguito l’esempio della California e dello Stato di New York e che hanno presentato ricorso contro la decisione del presidente Donald Trump di invocare lo stato di emergenza nazionale per ottenere i fondi necessari per la costruzione del controverso muro al confine con il Messico, una mossa che gli consentirebbe di sbloccare sul colpo 8 miliardi di dollari.
Per gli amministratori dei 16 stati “Non esiste un’emergenza-migranti. Donald Trump agisce in modo incostituzionale”, per cui ora si è arrivati ad una battaglia a suon di carte bollate che arriverà certamente alla Corte costituzionale, un percorso il cui esito è imprevedibile, soprattutto per il fatto che Trump ha provveduto a far approvare in ottobre dal Senato la nomina del giudice i Brett Kavanaugh, considerato un suo fedelissimo.
Al fine di scongiurare un nuovo shutdown, Camera e Senato pochi giorni fa sono giunti ad un accordo per sbloccare circa 1,3 mld di dollari per la costruzione di una barriera “soft” al confine con il Messico, perlopiù fatta di reticolati, una misura che non ha soddisfatto il presidente che, appunto, il giorno dopo ha dichiarato lo stato d’emergenza nazionale. Il costo del muro, che da campagna elettorale avrebbe dovuto pagare il Messico, è stimato in 5,6 miliardi di dollari.
Da subito i leader democratici di Camera e Senato, Nancy Pelosi e Chuck Schumer hanno bollato la mossa di Trump quella di Trump com una dichiarazione “illegale”, dal omento che “non esiste nessuna crisi”. Per i due esponenti democratici l’invocazione dello stato d’emergenza nazionale “rappresenta una forte violenza alla nostra Costituzione e rende l’America meno sicura”, anche perché “è ricorso a questo escamotage per ottener quanto non riusciva attraverso il processo legislativo costituzionale”.
Oggi il leader democratico Bernie Sanders, sconfitto da Hillary Clinton alle ultime primarie per la corsa alla Casa Bianca, ha definito Trump un “imbarazzo per il Paese”, un “bugiardo patologico”, un “razzista”. Sanders ha anche annunciato la sua candidatura alla Casa Bianca per il 2020.