Sudafrica. Diplomatici di alcuni paesi africani accusati di commercio illegale di bevande alcoliche

di Alberto Galvi

Il Malawi ha affermato che molti dei suoi diplomatici sono stati espulsi dal Sudafrica dopo essere stati giudicati colpevoli di commercio illecito di bevande alcoliche a seguito di un’indagine approfondita sulla violazione dei loro privilegi diplomatici. Il governo del Malawi ha espresso rammarico al governo sudafricano per la condotta dei suoi diplomatici coinvolti, aggiungendo e che adotterà nei loro confronti misure appropriate una volta tornati in patria.
Il governo sudafricano ha concesso ai diplomatici malawiani e alle loro famiglie di lasciare il paese entro 72 ore. Il ministero degli Esteri del Malawi ha confermato che le indagini sono in una fase avanzata. L’Alta rappresentanza del paese a Pretoria ha affermatoche verranno intraprese azioni disciplinari qualora gli accusativenissero giudicati colpevoli.
Il DIRCO (Department of International Relations and Cooperation) del Sudafrica ha dichiarato che diversi diplomatici di paesi africani sono stati dichiarati persone non gradite e private del loro status diplomatico a seguito di un’intensa indagine sulla violazione dei privilegi diplomatici. La decisione è stata presa in linea con la Convenzione di Vienna del 1961.
Diversi diplomatici del Lesotho sono stati espulsi dal Sudafrica per motivi simili. I diplomatici del Lesotho a corto di soldi hanno portato bevande alcoliche nel paese senza pagare il dazio e poi lo hanno rivenduto nei bar e nei ristoranti sudafricani.
Il Lesotho ha espresso delusione e imbarazzo per il fatto che molti dei suoi diplomatici siano stati dichiarati persone non grate dal Sudafrica, ma ha preso le distanze dalle loro attività illecite, affermando che prenderà provvedimenti disciplinari nei loro confronti. I diplomatici stavano usando l’immunità diplomatica per portare illegalmente alcolici e altri articoli in Sudafrica, frodando il sistema fiscale sudafricano.
I diplomatici di solito sono tenuti a passare i porti di ingresso dichiarando ciò che è in loro possesso.
Lo scandalo ha coinvolto anche diplomatici di altri paesi tra cui Ruanda e Burundi, con una stima in perdite di milioni di dollari di tasse non pagate.