Sudan. Appello MSF, ‘Tassi allarmanti di malnutrizione e mortalità in Darfur occidentale. Necessaria urgente risposta umanitaria’

di Flavia Pergola * –

Nel campo di Zamzam muore almeno un bambino ogni due ore.

In Darfur occidentale, i tassi di malnutrizione hanno raggiunto la soglia d’emergenza nel campo di Zamzam, uno dei più grandi campi per sfollati interni di tutto il Sudan. È quanto risulta da un’analisi sui livelli di nutrizione e mortalità condotta da Medici Senza Frontiere (MSF) che, alla luce di questa situazione catastrofica, chiede un aumento immediato, coordinato e rapido della risposta umanitaria.
C’è un urgente bisogno di distribuire cibo e denaro, così come di assistenza sanitaria, acqua e servizi igienici. Per questo è fondamentale l’azione delle agenzie ONU e delle organizzazioni internazionali che dopo aver evacuato il Darfur settentrionale ad aprile hanno una presenza limitata nell’area.
Secondo l’analisi di MSF, quasi un quarto dei bambini risulta gravemente malnutrito, con il 7% di loro affetto da malnutrizione acuta grave. I dati peggiorano tra i bambini con un’età compresa tra i sei mesi e i due anni: il 40% di loro è malnutrito ed è affetto da malnutrizione acuta grave il 15%, ovvero la soglia di emergenza per la malnutrizione acuta globale che richiede azioni urgenti. È allarmante anche il numero totale di decessi giornalieri nel campo, con un tasso grezzo di mortalità di 2,5 ogni 10.000 persone al giorno – più del doppio della soglia di emergenza. Inoltre, il 40% delle donne in gravidanza e in allattamento sono malnutrite.
Per prevenire ulteriori perdite di vite umane, MSF è in azione per aumentare rapidamente la risposta nel campo di Zamzam per fornire cure ai bambini in condizioni più critiche. Tuttavia, la portata del disastro richiede una risposta molto più ampia di quella che MSF può fornire da sola.
“Quello che stiamo vedendo nel campo di Zamzam è una situazione assolutamente catastrofica” afferma Claire Nicolet, responsabile della risposta di emergenza di MSF in Sudan. “Secondo le nostre stime, nel campo muore almeno un bambino ogni due ore e 13 bambini muoiono ogni giorno. Coloro che sono colpiti da malnutrizione grave e che non sono ancora morti sono ad alto rischio di morire entro 3-6 settimane in mancanza di cure. Potrebbero guarire se curati in una struttura sanitaria ma molti non riescono a raggiugerle”.
Negli ultimi nove mesi, il già fragile sistema sanitario del Darfur settentrionale è crollato, così come l’intera risposta umanitaria. Nel campo di Zamzam MSF è l’unico attore sanitario attivo e la clinica di MSF, che è uno dei pochi centri sanitari del Darfur settentrionale pienamente funzionanti, è sopraffatta dall’alto numero di pazienti e dalla gravità delle loro condizioni cliniche. Le persone si spostano con gli asini o a piedi da villaggi distanti fino a 50 km dal campo per avere accesso all’assistenza sanitaria e si accampano fuori dalla clinica durante la notte per far curare i propri figli.
“Prima dell’inizio del conflitto, nell’aprile dello scorso anno, le persone che vivevano nel campo dipendevano fortemente dagli aiuti internazionali per ogni cosa: cibo, assistenza sanitaria, acqua potabile. Ora sono stati quasi completamente abbandonati” spiega Nicolet di MSF. “Da maggio non ci sono state distribuzioni di cibo da parte del WFP. Prima le famiglie consumavano due pasti al giorno, ora ci dicono che ne mangiano solo uno. Le persone soffrono la fame e i bambini muoiono di conseguenza”.
Le condizioni nel campo sono terribili: oltre alla mancanza di assistenza sanitaria, fatta eccezione per la clinica di MSF, non c’è accesso all’acqua pulita. Le persone bevono dalle paludi o dal fiume, con il rischio di gravi diarree, la morte per i bambini già malnutriti, e malnutrizione e deterioramento delle condizioni di salute per i bambini sani.
“Sono molti i fattori che hanno contribuito agli alti livelli di malnutrizione a cui stiamo assistendo. Gennaio è un periodo in cui la malnutrizione dovrebbe essere al minimo perché dicembre è il mese del raccolto e le scorte di cibo dovrebbero essere al massimo. Ma nell’ultimo anno le persone non hanno potuto seguire le loro coltivazioni a causa dell’insicurezza, e la poca produzione agricola che è stata possibile è stata inferiore alla media a causa delle scarse precipitazioni. Considerato che il periodo di picco della malnutrizione sarà tra aprile e settembre ci aspettiamo nei prossimi mesi un drastico aumento dei casi che hanno già raggiunto numeri enormi” continua Nicolet di MSF.
Prima dell’aprile 2023, il sistema sanitario del Darfur settentrionale era sostenuto da UNICEF, WFP, OIM e OCHA. Dopo che i canali di rifornimento per via aerea e stradale sono stati ostacolati, questi aiuti si sono bruscamente interrotti. Il personale non riceve più gli stipendi, le forniture e i farmaci scarseggiano, così come il carburante per i generatori, l’acqua e altre forniture necessarie per mantenere in funzione le strutture sanitarie. I programmi contro la malnutrizione un tempo attivi a El Fasher, capitale del Darfur settentrionale, sono ormai inesistenti e non c’è nessun posto in città dove la popolazione possa andare per ottenere assistenza sanitaria di base per i propri figli. È urgente che le parti in conflitto aprano l’aeroporto di El Fasher e si assicurino che rimanga accessibile una volta operativo, in modo che gli attori umanitari possano tornare rapidamente a fornire assistenza alla popolazione, non solo nel campo di Zamzam ma in tutto il Darfur settentrionale.
MSF è attualmente l’unica grande organizzazione internazionale che fornisce assistenza medica pediatrica gratuita in tutti e cinque gli stati del Darfur. L’ospedale pediatrico di El Fasher ha un totale di soli 78 posti letto per una popolazione di oltre 11 milioni di persone: non è sufficiente per rispondere alle dimensioni di questo disastro.
“I pazienti del campo di Zamzam vengono trasferiti quotidianamente all’ospedale pediatrico di El Fasher, ma dall’analisi sui tassi di mortalità sappiamo che ci sono centinaia di bambini che non raggiungono nemmeno la nostra clinica nel campo. Solo con una massiccia mobilitazione della comunità internazionale si potrà evitare che la situazione peggiori ulteriormente. Non possiamo stare a guardare e lasciare che la popolazione continui a soffrire in silenzio. Serve un aumento immediato degli aiuti per scongiurare la morte evitabile di altri bambini” conclude Nicolet di MSF.

* Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere.