Sudan. Possibile presenza di mercenari russi nella repressione delle proteste

di Francesco Cirillo

Nelle ultime ore diverse fonti denunciano la possibile presenza paramilitare russa in Sudan. Le manifestazioni antigovernative e contro il presidente Bashir che si protraggono da settimane si sono tradotte in più occasioni nella repressione violenta, ed alcuni testimoni hanno riportato della presenza negli ultimi giorni di mezzi e di uomini in divisa verde, secondo alcune fonti locali operanti per la società russa di contractor, legata al Cremlino. Altri ancora hanno riferito che essi parlavano effettivamente in lingua russa e che erano su camion (URAL-4320) diretti verso il centro della capitale sudanese Khartoum.
La presenza russa in Africa non è tuttavia cosa nuova. Dopo la Repubblica Centrafricana e la Libia orientale sembra che la cosiddetta “dottrina Gerasimov” sia in fase di pieno sviluppo. Il nome deriva da un articolo che l’attuale capo di stato maggiore, Valerij Gerasimov, pubblicò nel febbraio del 2013 in cui teorizzava una nuova forma di strategia militare denominata guerra ibrida. Gerasimov teorizzava una nuova fase della guerra in cui il confine tra forze paramilitari e forze regolari svaniva de facto. Secondo il generale russo la combinazione di mezzi non militari come la pressione economica, forze speciali in grado di infiltrarsi dietro le linee nemiche e agitatori sia militari che non militari ha lo scopo di portare all’obiettivo atteso, cioè destabilizzare internamente la situazione politica del paese senza che vi sia l’accusa di aggressione. La “dottrina Gerasimov” è la principale tesi strategica che Mosca utilizza, nonostante non sia stata inserita nella Dottrina militare russa ufficiale.


Photo: Russian-manufactured military-style truck photographed near an Aman Petroleum station and radio tower in Khartoum on Dec. 26. Observers reported that the armed forces, wearing green camouflage uniforms, spoke Russian. twitter.com/jonhutson/status/1079941776457256961?s=21