Terrorismo. Boldrini, ‘la cooperazione internazionale per la prevenzione e il contrasto del terrorismo’

di Vanessa Tomassini –

Si è aperta giovedì 7 settembre la 15ma Conferenza dei presidenti delle Camere basse dei Paesi del G7, con l’accoglienza da parte della presidente Laura Boldrini a Villa Farnesina delle delegazioni straniere. L’evento che che si svolge in questi giorni tra Roma, Napoli e Pompei, prevede una sessione interamente dedicata al terrorismo, dopo i recenti attacchi islamisti in Spagna. Nel suo discorso la presidente ha sottolineato che “il terrorismo di matrice islamica costituisce oggi una minaccia diffusa che può colpire ovunque, come dimostrano i recenti terribili attentati”. “E’ una minaccia – ha aggiunto- che sembra farsi tanto più pericolosa oggi, quando il cosiddetto Stato Islamico è in grave difficoltà nei territori che hanno visto il suo primo radicamento, in Siria ed in Iraq”. Secondo Laura Boldrini l’Europa può “vincere questa battaglia”, solo se “accetteremo di collaborare di più, in modo più stringente, abbassando le ‘gelosie’ che ancora oggi esistono riguardo alle informazioni”.
“L’attacco dei terroristi è di natura politica – ha dichiarato la presidente della Camera – perché attraverso il terrore vogliono condizionare le nostre democrazie. Vogliono anche fare in modo, probabilmente, che noi si rimetta in discussione i principi fondamentali dello stato di diritto”. A questa sfida è necessario rispondere riaffermando “i valori di libertà e pacifica convivenza su cui si basano le nostre Costituzioni”. Ha poi puntato l’attenzione sui rischi di radicalizzazione di molti giovani, “più sulla rete che in moschea”, spiegando che il jihadismo virtuale “Ha moduli orizzontali molto diversi da quelli verticistici che caratterizzavano le vecchie cellule terroriste. Nel mio paese, ma anche in altri, abbiamo vissuto il tempo di un terrorismo organizzato in forma di piramide. Qui il rapporto invece è orizzontale, e per questo è molto più facile per loro reclutare adepti ed è molto più difficile per noi riuscire a contrastarli”.
La terza carica dello Stato crede che “sia venuto il tempo di collaborare di più per porre le piattaforme digitali di fronte alle loro responsabilità. Perché se è vero che la jihad digitale è lo strumento principale di reclutamento dei terroristi, le piattaforme digitali non possono continuare a chiamarsi fuori, a dire di essere delle semplici “autostrade” sulle quali passano i messaggi di odio, i messaggi terroristici”. La presidente ha poi fatto alcuni esempi di lotta alla propaganda islamista affermando che “una propaganda terrorista si deve contrastare anche sul piano della narrazione. Noi abbiamo bisogno di una contro-narrazione più credibile” agli occhi dei giovani che si avvicinano, in un modo o in un altro, alla galassia jihadista. In questo quadro, la Camera ha organizzato una iniziativa intitolata “Donne contro Daesh”, ha ricordato la Boldrini, “in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare per le donne, i diritti e le pari opportunità. All’incontro hanno partecipato le madri di due giovani, uno europeo e uno canadese, che hanno perso la vita in Siria dopo essere stati reclutati per combattere nella jihad con Daesh. Queste donne oggi si sono unite in una alleanza contro il terrorismo che si impadronisce dei loro figli, dei nostri giovani”.