Tokyo e Seul ai ferri corti per le isole Takeshima: deciderà la Corte internazionale

di Enrico Oliari –

Sarà la Corte internazionale di giustizia a dirimere la questione della sovranità sulle isole Takeshima (Dokdo), contese tra la Corea del Sud, che le amministra, ed il Giappone, che le reclama.
Conosciute anche come “Rocce di Liancourt”, le due isole e i 37 scogli sommersi si trovano a 157 km a nord-ovest delle Isole Oki, nel Mare del Giappone, hanno ripide scogliere e sono disabitate.
Nei giorni scorsi sono state visitate dal presidente della Corea del Sud Lee Myung-bak, cosa che ha mandato su tutte le furie Tokyo con tanto di ritiro momentaneo del proprio ambasciatore da Seul.
Al fine di evitare che i rapporti fra i due paesi si incrinassero, il ministro degli esteri nipponico, Koichiro Gamba, aveva inutilmente esortato il presidente sudcoreano a non compiere il viaggio, ma questi si era recato alle Dokodo (Takeshima, in giapponese) in occasione dell’anniversario della fine del colonialismo giapponese nell’area.
”Prima di tutto, vorrei prendere in considerazione la soluzione pacifica del caso in base alle leggi internazionali – ha detto Gamba incontrando l’ambasciatore nipponico Masatoshi Muto – tra cui la presentazione di ricorso alla Corte internazionale di giustizia e le misure a tale scopo, nonchè una drastica riforma del sistema governativo sulle questioni delle competenze territoriali”
Secondo il Giappone, le isole sarebbero state annesse alla Corea del Sud nel 1952 in modo unilaterale in base ad una linea tracciata dal primo presidente sudcoreano Syngman Rhee, pur trovandosi ad equidistanza fra i due paesi;  sono importanti sia per la locazione strategica che per le riserve di gas e negli anni la Corea del Sud vi ha fatto un’attrazione turistica come riserva naturale e costruito alcune fortificazioni: la contesa, se non risolta, potrebbe comportare ritorsioni economiche del Giappone sulla Corea del Sud.