Triton succede a Mare Nostrum. La le due missioni non sono sovrapponibili

di Giovanni Caprara –

immigrazione carretta del mareMare Nostrum è ufficialmente terminata, e questo dà luogo a valutazioni. I costi dell’Operazione sono stati rilevanti: 9,5 milioni al mese, 114 milioni in tutto, quasi centomila euro al giorno, a carico dell’Italia. Questi dati si desumono dai costi giornalieri dei mezzi impiegati: la fregate sembra si avvicinino ai 50.000 euro, la San Marco ne vale 40.000, mentre quello dei pattugliatori pare essere di poco inferiore ai 10.000. A questo si assommano i valori degli aeromobili: gli elicotteri AB-212 ed i droni si aggirano sui 4.000 euro ad ora di volo, mentre tra gli EH-101 ed il Breguet Atlantic si parte da 7.000 fino ai 10.000. Per completare i calcoli, bisogna aggiungere le indennità del personale e la manutenzione necessaria per l’uso straordinario dei mezzi. Un esborso che può essere definito importante, a ragione della crisi economica che attanaglia quasi tutti i ceti italiani, con un numero impressionante di disoccupati e suicidi.
Nei tredici mesi di attività, Mare Nostrum ha svolto 558 interventi, con 100.250 persone salvate. Sul fronte giudiziario, 728 sono stati gli scafisti arrestati ed 8 le navi-madre sequestrate. Il bilancio negativo è nei 499 morti, 1.446 presunti dispersi e 192 cadaveri da identificare.
In ogni caso, il dispositivo militare italiano ha mostrato una pregevole capacità di operare in ambito interforze, soprattutto in considerazione che le aree geografiche di crisi si sono estese oltre la Libia: infatti l’ideale mappa dei rifugiati si è allargata alla Siria, sino a passare per la Turchia, l’Eritrea ed il Libano.
La missione italiana ha avuto una fondamentale importanza geopolitica, non solo come collante dell’Unione Europea, ma in particolare sullo sviluppo commerciale e politico con i paesi che si affacciano sul bacino sud del Mediterraneo. Questi raffigurano un’interessante area di sviluppo nei rapporti commerciali dell’Europa; l’interscambio totale di merci con l’UE, palesa una dinamica di crescita per tutti le principali nazioni continentali, in particolare Italia, Francia, Spagna e Germania, con la sola comune flessione nel 2009 causata dalla crisi economica.
L’Italia, nel corso del decennio, ha valorizzato l’interscambio con i Paesi dell’area mediterranea, nonostante la contrazione originata dal crollo delle importazioni di petrolio dalla Libia, e dai moti insurrezionali che hanno interessato quasi tutta l’area geografica dei Paesi mediterranei.
Mare Nostrum è stata sostituita da Triton, finanziata e coordinata dall’agenzia europea Frontex per il pattugliamento del canale di Sicilia e del tratto di mare davanti alla Calabria. Triton è la risposta dell’Europa alle ripetute richieste d’aiuto dell’Italia di fronte alle ondate migratorie che hanno messo a dura prova l’operazione Mare Nostrum. Ma a differenza di quest’ultima, la finalità è sostanzialmente diversa: Triton non sarà un’operazione di salvataggio e soccorso, bensì soltanto di controllo delle frontiere europee dell’area Schengen. La nuova missione non opererà in acque internazionali, ma entro il limite delle 30 miglia dalle coste italiane, e per il momento è affidata a Francia, Germania, Malta e Spagna.
Nella zona di pattugliamento di Triton sono già operativi due aerei, uno maltese ed uno della Guardia di Finanza italiana, una nave della Marina Militare e una motovedetta della Gdf. Il dispositivo completo messo a disposizione da Frontex, due navi d’altura, due navi di pattuglia costiera, 2 motovedette, 2 aerei ed un elicottero, sarà schierato nei prossimi giorni, quando i mezzi provenienti dagli altri paesi dell’Ue avranno raggiunto le due basi operative di Porto Empedocle e Lampedusa.
Il centro di coordinamento internazionale di Triton, è situato nella sede del comando aeronavale della Gdf a Pratica di Mare, dove è presente una centrale operativa in cui operano ufficiali di tutti i corpi coinvolti nella missione. Dunque, Triton non è minimamente sovrapponibile a Mare Nostrum, benché la seconda sia stata finanziata quasi unicamente dalla sola Italia, pertanto è possibile ipotizzare che le finalità siano diverse, dove salvare le vite dei migranti diventa uno scopo secondario.
Forse l’UE desidera controllare i flussi migratori come un gendarme del mare, a contrasto di possibili infiltrazioni di elementi sovversivi. Obiettivo tutt’altro che trascurabile, soprattutto dopo l’elevazione dello stato di allerta nei paesi Occidentali.
Gli esborsi per Mare Nostrum si spera possano essere dirottati per sanare il debito pubblico, ed intervenire a favore delle Aziende in difficoltà, al fine di non perseverare nel trend negativo in materia di occupazione ed investimenti. Il successo della missione Frontex, od il suo fallimento, sarà possibile valutarlo appieno in primavera, quando le condizioni meteo marine consentiranno agli scafisti di riprendere la loro ignobile attività.