Tunisia. Il funerale di Belaid scopre il fallimento di Ennahda

Notizie Geopolitiche –

A causa della tensione alle stelle seguita all’omicidio di Chokri Belaid, le cui esequie hanno visto la partecipazione di un milione e mezzo di persone su una popolazione complessiva del paese di dieci milioni e mezzo di abitanti, il leader del partito islamico-moderato Ennahda ha lanciato un appello all’unità dei tunisini. Durante la solenne preghiera del venerdì, in una moschea di Tunisi, di cui il canale ‘al-Moutawassit’ ha trasmesso un video, Gannouchi ha detto che il venerdì è “giorno di unione e non di separazione, rendiamo omaggio a Chokri Belaid. Pace alla sua anima”; ha quindi continuato dicendo che “alcuni complottano contro la Rivoluzione, contro l’unità dei tunisini. Ma questa aggressione che ha colpito la Tunisia ci serve come avvertimento e per ricordare che noi tunisini siamo tutti di una stessa razza, abbiamo la stessa lingua e occorre sconfiggere i nemici della nostra rivoluzione pacifica”. Secondo il leader di Ennahda le responsabilità dell’uccisione di Belaid vanno cercate all’estero, in quanto nessun tunisino avrebbe potuto compiere un gesto del genere.
Ad Ennahda gli oppositori attribuiscono la responsabilità morale dell’accaduto e durante il funerale sono stati urlati slogan contro il partito di Gannouchi: vi ha partecipato anche il potente sindacato dell’Ugtt, il maggiore del mondo arabo, che proprio in occasione delle esequie di Belaid ha indetto uno sciopero generale.
La realtà del fallimento di Ennahda è sotto gli occhi di tutti: come ha spiegato alla Sir, l’agenzia stampa della Cei, mons. Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania e amministratore dell’arcidiocesi di Tunisi, da lui guidata per otto anni, “il popolo, che tanta speranza aveva riposto in Ennahda, facendolo risultare vincitore alle elezioni di un anno e mezzo fa, ora lo contesta apertamente accusandolo di non aver portato avanti un programma politico ed economico efficace e di essere il mandante dell’omicidio di Belaid. La popolazione è tesa, non ha lavoro, non ha pane e la rabbia è esplosa”. Secondo il prelato, “se si andasse al voto, Ennahda perderebbe almeno il 20% dei consensi a vantaggio di un parlamento più moderato”.
Intanto il Primo ministro, l’islamista Hamadi Jebali, ha fatto sapere di essere deciso a sciogliere il gabinetto ed a formare un governo di tecnici, nonostante proprio da Ennahda gli sia stato indicato di non proseguire su quella strada: “Resto sulla mia decisione di formare un governo di tecnici e non avrò bisogno dell’avallo dell’Assemblea costituente” ha affermato Jebali, citato dall’agenzia ufficiale Tap.