Tunisia. La qualità dell’olio valutata attraverso il Dna

Ma servono maggiori investimenti per la ricerca tout court.

di Bessem Ben Dhaou

SFAX. Dopo dieci anni di lavoro e di ricerca e grazie all’interazione tra i laboratori tunisini, europei e americani, la ricercatrice Rayda Ben Ayed ha individuato un modo per identificare con precisione le caratteristiche organolettiche dell’olio di oliva attraverso il DNA. Al metodo si è arrivati dopo molti esperimenti e la scoperta permette di prevenire le frodi circa la qualità dell’olio nonché di valorizzare quello tunisino anche al fine dell’esportazione. Fino ad oggi la qualità dell’olio era affidata ad esperti che la valutavano attraverso l’olfatto e il gusto, una prassi che comunque lasciava margini fisiologici di errore.
Ayed, che è riconosciuta leader in questo campo sia in America, che in Francia, che in Turchia, ha confermato che il metodo dell’analisi del DNA contribuirà anche ad aumentare il livello di qualità dell’olio nonché il suo valore economico.
Ha quindi invitato con una lettera le autorità del paese a creare un clima adatto per gli scienziati al fine di favorire le grandi potenzialità della ricerca autoctona. Nel 2017 la Tunisia ha destinato attraverso il ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca Scientifica solo lo 0,66% per Pil per la ricerca, mentre gli studiosi sperano in risorse utili atte a sviluppare risultati importanti in ogni campo.