Turchia. Continuano i bombardamenti turchi nel Kurdistan Irq.

di Shorsh Surme

Il “sultano” turco Recep Tayyp Erdogan, dopo aver perso alle elezioni comunali di domenica 23 giugno la capitale economica Istanbul, ha continuato a vendicarsi sulla popolazione curda non solo in Turchia ma anche dell’Iraq (Kurdistan del Sud).
Infatti i caccia bombardieri F35 hanno ancora una volta bombardato le zona di Qandil nel Kurdistan dell’Iraq, violando come di sua abitudine il cosiddetto diritto internazionale, cioè oltrepassando il confine di un altro stato sovrano qual è l’Iraq.
Baghdad si limitata a condannare i due bombardamenti che hanno causato l’uccisione di cinque persone ferendone altre sei e causando danni materiali ai civili curdi.
Dal canto suo il ministero degli Esteri dell’Iraq ha dichiarato che “l’incursione della Turchia nel territorio del Kurdistan dell’Iraq è come un atto di guerra, dal momento che ha violato la sovranità dell’Iraq”. Ha quindi invitato Ankara a “porre fine alle sue campagne di aggressione che provocano decine di vittime civili all’anno”.
Il governo turco è consapevole che l’Iraq rappresenta un’economia in ginocchio, con una corruzione diffusissima e divisioni etno-settarie molto profonde. In questo contesto precario, l’Iraq è ancora alla ricerca di un vero equilibrio politico, quindi difficilmente è in grado di affrontare le problematiche esterne.
Gli attacchi turchi hanno portato all’evacuazione di molti abitanti dei villaggi della Regione del Kurdistan, dato che gli aerei da guerra di Ankara continuano a distruggere i terreni residenziali e agricoli. Non dimentichiamo che questi villaggi sono stati ricostruiti con molta fatica dopo che il regime di Saddam Hussein li aveva rasi al suolo .
La cosa curiosa è che mentre sabato 29 giugno l’esercito turco bombardava il Kurdistan dell’Iraq, Erdogan era al G20 e nessuno ha osato criticare il sultano, compreso il presidente degli Stati Uniti Trump.
Come sempre, si usano “due pesi e due misure”!