Turchia. Gulen chiede un’inchiesta internazionale, ‘mi costituisco se anche un decimo delle accuse sono provate”

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gulen fethullahDa Philadelphia, dove si trova in autoesilio dal 1999, il ricco imam Fethullah Gulen, accusato dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan di essere la mente del tentato golpe del 15 luglio 2016, ha fatto sapere attraverso Le Monde di volere “un’inchiesta internazionale” sul colpo di stato e si è detto disposto a consegnarsi “se anche solo il 10 per cento delle accuse mosse nei miei confronti verranno provate”.
Negli anni Gulen ha promosso in Turchia (e non solo) un movimento fatto di media e di interventi nel mondo scolastico e universitario per la diffusione dei suoi ideali moderatamente islamisti, ed è stato leader del partito di opposizione “Alleanza per i valori condivisi”.
Gulen ha da subito condannato il tentato golpe definendolo “il peggior atto di terrorismo” commesso sul suolo turco, ed ha dichiarato che “se i militari che si dicono simpatizzanti di Hizmet (il movimento di Gulen) hanno preso parte a questa congiura, lo dico senza remore, sono dei criminali che hanno messo a rischio l’unità e l’integrità del paese, sono degli individui che hanno tradito il mio ideale. Che Dio li punisca”.
L’imam ha poi ricordato che “In passato ho avuto un rapporto di amicizia sia con il liberale Turgut Ozal, primo ministro dal 1983 al 1989 e presidente dal 1989 al 1993, che con il conservatore Suleyman Demirel, presidente dal 1993 al 2000, così come con il socialdemocratico Bulent Ecevit, primo ministro dal 1999 al 2002. Ho dato il mio sostegno a tutti i loro politici, che mi hanno sempre stimato per l’importanza accordata da Hizmet all’istruzione e alla pace sociale”.
“Anche se ho sempre avuto riserve verso l’islam politico – ha aggiunto – ho ugualmente sostenuto Erdogan e l’Akp all’inizio, quando sono state avviate grandi riforme democratiche”. Oggi invece è in corso “una caccia alle streghe destinata a rafforzare il regime”.