Ucraina. La tregua firmata a Minsk sembra reggere. Ma per ora vi saranno ancora sanzioni

di Guido Keller –

minsk incontro su ucraina 2 grandeA conclusione della riunione di Minsk, in Bielorussia, fra l’Osce, l’Ucraina, la Russia e le rappresentanze dei ribelli, è stato firmato l’accordo per cessate-il-fuoco.
Non si sa ancora se e quanto la tregua resisterà, tanto’è che già i miliziani filo-russi hanno fatto sapere di missili lanciati dai militari di Kiev sulle loro postazioni, ma il risultato politico è comunque importante in quanto rappresenta un primo segnale concreto, dopo 5 mesi di scontri e 2.600 morti, della volontà delle parti di dialogare e di arrivare a una de-escalation.
Al tavolo delle trattative di Minsk erano presenti l’ex presidente ucraino, Leonid Kuchma, l’ambasciatore russo a Kiev, Mikhail Zurabov, la rappresentante dell’Osce Heidi Tagliavini, e per le due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk rispettivamente Alexander Zakharcenko e Igor Plotnitski.
L’accordo si declina su 14 punti che prevedono, tra l’altro, il controllo internazionale del cessate il fuoco, lo scambio dei prigionieri, il ritiro delle armi pesanti e disposizioni in materia di aiuti umanitari.
Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha ordinato l’immediato cessate-il-fuoco, ma ha chiesto anche il ritiro dei militari russi dal territorio del proprio paese; il premier Arseniy Yatsenyuk ha rivolto un appello agli Usa e all’Ue affinché siano garanti dell’accordo, ed ha osservato che “Da soli con la Russia non ce la faremo, abbiamo bisogno di garanzie”.
Al momento non si è parlato di ritiro dei militari e dei ribelli dalle loro posizioni, ma sembra che avrà presto luogo lo scambio di 1.000 prigionieri per parte, sotto l’occhio vigile dell’Osce.
Poroshenko ha inoltre ammesso che fra i punti vi è anche la concessione dell’ampia autonomia e decentramento dei poteri alle regioni russofone, poiché, ha detto il presidente ucraino, “La vita umana è il valore più prezioso e dobbiamo fare tutto il possibile e anche l’impossibile per mettere fine allo spargimento di sangue e alla sofferenza”.
Per il presidente Usa BaraK Obama “L’impatto delle sanzioni contro la Russia, e la minaccia di ulteriori azioni, ha portato al cessate-il-fuoco di oggi in Ucraina”, ma resta altamente probabile l’introduzione di nuove sanzioni alla Russia, sia perché la tregua “deve essere ancora comprovata”, sia perché non è ancora stata dimenticata la questione della Crimea.
Ed anche l’Unione europea ha concordato un nuovo pacchetto di sanzioni economiche contro la Russia, cosa confermata in una lettera congiunta dai presidenti della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, e del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, i quali hanno dichiarato che “La nostra intenzione è che l’adozione formale di questo pacchetto avvenga mediante procedura scritta lunedì”. Barroso ha spiegato che sarà estesa la lista dei cittadini russi a cui verranno congelati i beni in Europa.
In risposta Mosca ha fatto sapere che “Se verranno introdotte, ci sarà indubbiamente una reazione da parte nostra”.
Se la tregua terrà e se i militari russi si ritireranno, probabilmente le sanzioni da parte di Ue e Usa, e di conseguenza quelle russe, andranno via via riassorbendosi.

Nella foto: l’ex presidente ucraino Leonid Kuchma, il rappresentante dell’auto-proclamata Repubblica popolare di Donetsk Alexander Zakharchenko, l’ambasciatore OSCE Heidi Tagliavini, l’ambasciatore russo a Kiev Mikhail Zurabov e il leader dell’auto-proclamata Repubblica popolare di Lugansk Igor Plotnitsky.