Ucraina. Su muove la diplomazia vaticana, ma torna la crisi del grano

di Guido Keller –

Sembra interminabile il conflitto ucraino, acutizzatosi con il mancato rinnovo dell'”accordo sul grano” per decisione russa, a seguito dell’attacco di due giorni fa al ponte di Kerch che collega il territorio russo alla Crimea. Esclusa per scelta di Bruxelles l’Unione Europea dai possibili mediatori, con il Pesc Josep Borrell che ha recentemente sottolineato “la rottura del tabù di aver destinato i fondi europei per la pace all’acquisto di armi per l’Ucraina”, la diplomazia sembra muoversi con crescenti difficoltà e scarso successo. Dopo Turchia e Cina, l’iniziativa è in mano alla Santa Sede nella persona del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Al di là delle comunicazioni ufficiali improntate sui bambini portati in Russia e sul rispetto della vita umana, non si sa molto dell’iniziativa diplomatica di Zuppi, il quale ha incontrato il 6 giugno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il 29 giugno quello russo Vladimir Putin. Ieri il prelato si è recato a Washington dove si è trattenuto per due ore a colloquio con uno degli attori principali del conflitto, il presidente Usa e capo di fatto della Nato Joe Biden, ma anche dalle mura della Casa Bianca non sono uscite indiscrezioni.
Il Vaticano comprensibilmente gioca a carte coperte, ma intanto russi e ucraini continuano a scambiarsi colpi di missili.
Appena riattivata una corsia sul ponte di Kerch, gli ucraini hanno colpito una base militare russa in Crimea, ed ancora sono piovuti droni e missili da crociera che hanno messo fuori uso impianti industriali e portuali in particolare a Odessa. Il mancato rinnovo dell’accordo sul grano e la distruzione degli impianti di esportazione sta ancora una volta mettendo a rischio le forniture di cereali in particolare ai paesi africani, già duramente colpiti dalla siccità; dal Cremlino è stata comunicato l’invio di navi cariche di grano a prezzo agevolato.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha spiegato oggi a radio Sputnik che l’Onu ha tre mesi di tempo per accogliere le richieste russe affinché venga riattivato l’accordo sul grano. Si tratta del riaggancio della Rosseljozbank (banca agricola) al sistema SWIFT, la revoca delle sanzioni per i pezzi di ricambio destinati ai macchinari per l’agricoltura, lo sblocco delle assicurazioni sui trasporti navali e la riattivazione dell’oleodotto Togliatti-Odessa, chiuso il 24 febbraio dello scorso anno e distrutto dagli ucraini, per l’esportazione dell’ammoniaca russa, prodotto utilizzato per la fabbricazione dei fertilizzanti.