Ue. Bilancio post-2020: obiettivi chiari ma poco ambiziosi, dicono i deputati

di Maurizio Molinari * –

BRUXELLES. La maggioranza degli eurodeputati sostiene la proposta della Commissione di aumentare i contributi nazionali all’1,11% del PIL e introdurre nuove entrate per il prossimo bilancio a lungo termine.
Durante il dibattito in Aula, il presidente del Parlamento Antionio Tajani ha dichiarato che “Mi sembra che nella presentazione fatta dalla Commissione sia stata sottolineata l’importanza di un bilancio politico e il principio del valore aggiunto europeo. É importante che sia stata evidenziata da Juncker e da Oettinger l’importanza delle risorse proprie, che sono un punto qualificante delle risoluzione del Parlamento europeo. È positivo che ci siano più fondi per l’Erasmus+, per Orizzonte Europa, per le piccole e medie imprese e per i cambiamenti climatici.
Noi avremo voluto che il bilancio fosse non dell’1,1, ma dell’1,3 del PIL. Abbiamo visto una riduzione del bilancio per l’agricoltura e per la coesione. Faremo di tutto per difendere le nostre posizioni, ma è importante che la Commissione europea abbia sottolineato il ruolo delle risorse proprie, questo in linea con le posizioni del Parlamento europeo”.
Secondo la maggioranza dei deputati, le proposte della Commissione vanno nella giusta direzione. Hanno accolto con favore l’attenzione sul finanziamento di nuove priorità, quali ricerca, gestione delle frontiere e migrazione, sostegno ai giovani, difesa e sicurezza, anche se meno ambizioso rispetto alla posizione del Parlamento. Molti deputati hanno inoltre accolto favorevolmente le proposte per vincolare i finanziamenti dell’Ue al rispetto dello Stato di diritto.
Una grande maggioranza dei deputati che sono intervenuti al dibattito ha elogiato le proposte per l’introduzione di nuove risorse proprie per l’Ue, basate su un nuovo regime fiscale societario, sui proventi del sistema di scambio delle emissioni e su una tassa sulla plastica, con lo scopo di ridurre i contributi diretti basati sul PIL degli Stati membri.
I deputati hanno inoltre sottolineato che la proposta di ridurre i fondi per lo sviluppo regionale e la politica agricola comune dovrebbe essere discussa con i destinatari, ma le regioni o le comunità agricole europee non dovrebbero essere sacrificate. Alcuni si sono rammaricati del fatto che le proposte mancassero di “visione” o di misure più audaci per combattere le crescenti disuguaglianze sociali o il cambiamento climatico.
Altri, invece, avrebbero preferito che la Commissione avesse proposto un bilancio a lungo termine ridotto per il 2020-2027 e si sono opposti a ciò che hanno considerato una pressione politica esercitata dall’UE sui governi nazionali, attraverso la politica migratoria o ila proposta di vincolare il rispetto dello Stato di diritto ai finanziamenti Ue.
Hanno infine ribadito che il bilancio a lungo termine e le proposte relative alle risorse proprie, nonché i vari programmi da presentare a maggio o a giugno, ad esempio per l’agricoltura, lo sviluppo regionale o la ricerca, saranno trattati come un pacchetto indivisibile durante i prossimi negoziati con i Ministri Ue.
Il Parlamento europeo ha definito la sua posizione sul quadro finanziario pluriennale (QFP) e sulle risorse proprie dell’Ue il 14 marzo, in due risoluzioni su “Preparazione della posizione del Parlamento in merito al QFP per il periodo successivo al 2020” e “Riforma del sistema di risorse proprie dell’Unione europea”.
I deputati dovrebbero rispondere alle proposte della Commissione del 2 maggio in una nuova risoluzione che sarà votata alla fine del mese.
Spetterà al Consiglio concordare la propria posizione sul prossimo QFP, che richiede il consenso del Parlamento per entrare in vigore. I deputati hanno chiesto colloqui con il Consiglio e con la Commissione per iniziare i lavori senza indugio, in modo da poter raggiungere un accordo prima delle elezioni europee del 2019.

* Servizio stampa del Parlamento europeo.